giovedì 14 marzo 2013

Primavera

Qualcuno si domanda perchè la vittoria del MoVimento di Grillo non venga chiamata la primavera italiana. La stampa estera ci accredita ancora di uno stereotipo avvilente, anche se dobbiamo dire che gli unici tentativi seri di valutare il fenomeno del grillismo è stato fatto fuori dalle scandalose mura del giornalismo di cortile. Pensate che quattro quotidiani locali dopo due anni non hanno ancora capito Gnassi. Per fortuna esiste il web strumento indispensabile per chi non vuole morire Rcs o De Benedetti. Per i giornalisti è un gioco da ragazzi ripetere un mantra conosciuto che si può arricchire di sempre nuovi sberleffi. Secondo il New York Times il nostro talento maggiore sarebbe la nonchalance con cui danziamo sull’orlo del precipizio, fregandocene e vivendo in un mondo parallelo, quello delle illusioni berlusconiane. Con quelle Obamiane hanno invece raccolto un debito mostruoso ed allargato l'area delle sperequazioni sociali. Rimane ancora illusorio per tanti osservatori anche onesti, pensare che gli italiani possano cambiare. Quando il mezzo ed il nuovo vengono indicati in un comico è chiaro che dobbiamo loro tante spiegazioni. Sono i danni culturali del berlusconismo da operetta ed escort e del comunismo dei Napolitano, D'Alema e..Bersani. Non veniamo accreditati di essere in grado di fare una scelta coraggiosa e rivoluzionaria, contrasta con le loro inveterate teorie sul nostro mandolinismo e pizza. Si sono dilungati sulle assonanze non pilifere tra i due fenomeni degli ultimi 20 anni. Sul carisma mediatico e sull'uso sapiente dello stesso. Chiaro che non parliamo di Pigi. Der Spiegel lo ha chiamato Grillusconi, se tocchiamo il lato B della Merkel è una penitenza dovuta. La politica e l’antipolitica sono espressioni alle volte coincidenti, una confusione voluta per affievolire l'impatto del MoVimento. Francamente non credevo, fino alla Piazza di S.Giovanni cosa fosse in realtà l'effetto Grillo, l'ho capito, ammirato e credo rappresenti l'unico strumento democratico per salvare il Paese, a patto non si disperda in rivoli personali o tentativi politici errati. Nessuno si deve credere arrivato, sono strumenti cambiabili al momento, nessuno di loro è una risorsa indispensabile, tutti una grande forza. Ci dispiacerebbe vedere infranta anche l'ultima speranza.