lunedì 25 marzo 2013

Tandem Papale

Ratzinger-Bergoglio, la prima volta di un tandem papale. Il passaggio di consegne nella bimillenaria storia del Pontificato avviene con l’immagine dei due inginocchiati in preghiera nella cappella di Castelgandolfo. Diversissimi per carattere, stile e carisma (?), eppure uniti nel compito immane di una Chiesa fortemente riformanda. Lo storico passaggio dei voti nel 2005 da Bergoglio a Ratzinger, viene ricompensato con la guida del tandem. La contrapposizione contrabbandata dal circo mediatico non trova poi altro elemento se non nella diversa marca e colore delle scarpe. Sta tramontando velocemente l’illusione ampiamente coltivata dalla Concita di Rep che il progressista Francesco potesse aprire alle istanze diffuse dell’arcipelago cattolico, compresa la cerchia degli amici di Zerbini. Temi delicati come la sessualità, bioetica, aborto e...nozze gay, non avranno risposte. Per il momento austerità e povertà vengono rilasciate ad abundantiam dalla pletora dei vaticanisti di cortile. I più attempati possono fare qualche raffronto con Woytila tanto intransigente nella dottrina quanto viaggiatore e portatore di sola speranza verso i popoli cristiani. Mostra la dolcezza accattivante di uno stile povero che si libera di tutti gli orpelli possibili, esce dalla prigione di rituali, paramenti e consuetudini sovrane e pagane. La nuova sensibilità di Bergoglio e la sua straripante simpatia maradoniana-iuventina basterà per portare a termine la purificazione dalla sporcizia della Chiesa che Ratzinger aveva solo additato? E’ pur vero, come ha detto di recente un cardinale africano, che San Pietro non aveva una banca. Inizi con la solidarietà sui conti correnti Ior. L’ultima monarchia assoluta sulla terra ha avuto il vantaggio di operare sempre secondo le proprie volontà, non può accusare nessuno di averla aiutata a sbagliare. Il media italiani secondo i cattolici americani hanno mostrato il peggio nell'agiografia in vita del gesuita Francesco. Nel ricchissimo resoconto sulla eterna cerimonia di inaugurazione del pontificato, le tre pagine di Repubblica, sembravano una purificazione del sostegno a Bersani.