domenica 31 marzo 2013

Quasi Compagni

Hanno riesumato anche il Cameriere Caldarola, uscito da LinKiesta dopo l'epurazione post elettorale. Era scoppiata la guerra tra i bersaniani in minoranza ed i renziani forti delle truppe Caymanesi. Lo hanno intervistato forse per rigurgiti di colpa. L'abbiamo letta con curiosità per vedere dove può arrivare l'ipocrisia di partito. L'ex direttore dell'Unità, giornale famoso per le verità scritte, ha imputato il fallimento di Pigi al tentativo di rieducare i Grillini, trattati alla stregua dei famosi compagni che sbagliavano, gambizzando ed uccidendo. Gli consiglia di non dare dimissioni e di aspettare il congresso sulla panchina di Bettola. Insomma Bersani, alla fine, è andato a sbattere, il suo tentativo non ha portato risultati. O meglio ha portato tre errori molto pesanti. Si è dimostrato del tutto inadeguato nell'interpretazione del Movimento di Beppe Grillo. Forse lo ha sottovalutato o comunque ha pensato di poter far breccia tra di loro: doveva capire che era impossibile. Poi si è dimostrato troppo rigido con il Popolo della Libertà e con Silvio Berlusconi. Non è andato nemmeno a guardare le carte, quando invece il Cavaliere avrebbe accettato un premiership proprio di Bersani. Le ricadute sul partito sono molto pesanti. La classe dirigente di giovani che ha imposto, dalla Moretti a Orfini, quelli che hanno messo fuori dal partito Walter Veltroni e Massimo D’Alema, ha fallito. Gli era andata Grassa per la presidenza del Senato per l'ingenuità di una truppa che credeva di sbancare il casino parlamentare, ma le vincite sono solitarie, ha pagato il prezzo di un partito bravo a dividersi, una specialità antica sempre rinnovata. Grillo ha dimostrato di avere un progetto politico, un’idea di democrazia. Bersani l’ha capito troppo tardi. Pensava fossero “compagni che sbagliano”, ma qui ha sbagliato solo lui nel pensare di recuperarli. Il vero vincitore è Berlusconi. Esce rafforzato non solo nei sondaggi, il Pidi è riuscito a rianimare una mummia carceranda. In meno di sei mesi Berlusconi è riuscito a ricompattare il centrodestra e a rafforzarsi, mentre gli altri si sono indeboliti. C’è la sconfitta di un gruppo dirigente. I giovani bersaniani imposti, cresciuti in batteria, da Stefano Fassina a Matteo Orfini, si sono fatti scippare una vittoria che era data per certa. Lo scontro non è più tra ex Ds e Margherita, qui c’è uno scontro tra un partito a trazione neocofferatiana e uno riformista occidentale. Potrebbe essere Matteo Renzi l’uomo giusto? E’ arrivato il suo momento? Potrebbe esserlo, ma anche lui in questi mesi si è fatto portatore di una rottamazione che non pare sia servita a molto. Lo lasciamo ai suoi amari pensieri, abbiamo voluto interpretare le parole di un Cameriere dalemiano, passato ai servizi dell'uomo di servizio, si può capire lo stato di disperazione che anima i democrat. Dobbiamo ammettere che George si sta comportando da Napolitano, la scelta dei consigliori, con profonde novità come Violante ed il Quagliarello che non sa calciare, depongono per un futuro molto simile al passato. Sembrava fosse scoppiato un feeling con Beppe, la moglie non era gelosa.