mercoledì 20 marzo 2013

La Fogheraccia

Scusate allora anzitutto se Gnassi é quello sborone che tutti dicono ieri sarebbe dovuto venire alla fogheraccia della paleda, riminese tra i riminesi, ad arringare il suo popolo e a consegnare il suo verbo al più riminese dei venti: 'e Garbein, giusto? Ma non si è visto:e allora!!!? Doveva spiegare lo stato dell'arte delle grandi questioni in ballo o vero sia fogne, aeroporto, prg, die Masterplan, lungomare, indebitamento, etc. Ed anche perchè questa giunta fatta di assessori che, per il mio sentire, passatemi la citazione dotta, i francesi chiamerebbero 'les incompetents' ("Mamma ho perso l'aereo"), seconda per buchi nell'acqua solo alla giunta provinciale non abbia cavato a 24 mesi dal proprio insediamento un ragno dal buco tanto è vero che non ha più, dati alla mano, la maggioranza in citta. Mischiando sacro e profano vorrei anche spendere 2 parole per questa tradizione tipica riminese che sta in questi anni sparando gli ultimi colpi: i nostri nipoti non la vedranno! Già ieri alla paleda rispetto al passato ugn'era un chen. Allora anni 70s-90s ti svegliavi la mattina del 19 e c'era ancora odore di bruciato nell'aria. Ogni combriccola ne aveva una nell'era pre-Anthea. Non solo: si replicava per la "festa della Madonna". Bruciare i copertoni (!) era il massimo! Bruciare quella degli altri era da teppistelli ma un pensiero ce lo facevi. Era forse la tradizione più sentita, caratteristica, curiosa riminese. Le origini antichissime perchè cade nell'Equinozio di Primavera ed a mio parere è un rito propiziatorio. Se ci pensate infatti questi centinaia di falò di diverse dimensioni mimano la volta celeste: la terra per un sera diventa specchio del cielo e s'accende di stelle. Con i campetti sono spariti i falò di San Giuseppe che non a caso aveva a che fare col legno. Il declino comincia con le Ordinanze che di tante stelle fanno un insensato unico pur suggestivo sole in spiaggia. 
Alex Z.