giovedì 28 marzo 2013

StavoinCentro

Protagonista di tutte le campagne elettorali, cuore non più pulsante di una città irreversibilmente in declino, il centro storico è ufficialmente in agonia. A rendere pubblica la triste diagnosi non sono i corvi detrattori o gli scettici antignassiani, ma i dati sulle attività commerciali presenti in questa parte di Rimini. In centro i negozi chiudono uno dopo l’altro, dando vita ad un triste domino giocato sotto il naso di un’amministrazione comunale incapace di porre in essere qualcosa di concreto per fermare la caduta delle saracinesche. La malattia non è di oggi, ha avuto un decorso lungo, iniziato, con la perversa politica melucciana di agevolare i grossi centri commerciali evitando interventi innovatori sul centro storico, primo fra tutti il mancato aumento dei parcheggi pubblici per fronteggiare la facile raggiungibilità e la gratuità dei parcheggi degli ipermercati. Gli esosi proprietari dei muri hanno fatto il resto, pretendendo dai gestori dei negozi, affitti in stile Montecarlo. Ora Gnassi sta praticando l’orrenda eutanasia. Non crediamo che voglia attuare consapevolmente politiche a danno del centro: lui ci è nato ed è cresciuto tra Porta Montanara e Piazza Cavour ed è indubbio che voglia bene a questi luoghi. È soltanto incapace di risolvere il problema, così come accade per gli altri mille di Rimini. In una parola, l’agonia del centro storico di Rimini è la cartina tornasole della sua inadeguatezza ad essere il sindaco della nostra città. Giace, tra le cose non ludiche, un Piano Strutturale che porta con sé un regolamento (entrambi migliorabili) in grado attivare ristrutturazioni e frazionamenti immobiliari, capaci non solo di far riprendere il settore dell’edilizia senza colate di cemento in zone rurali, ma in grado anche di far fare un passo in avanti alle politiche di riqualificazione e di antropizzazione del centro. Come si fa a riqualificare, a pensare di far tornare i riminesi a vivere in centro, ad abbassare gli affitti di appartamenti oggi grandi come caserme se non si usano gli strumenti che la legge fornisce e al loro posto si convocano conferenza stampa per far vedere i disegnini colorati? State perdendo tempo prezioso in strategie d’immagine mentre Rimini decade. Volete mettere le mutande all’arco d’Augusto, ma non vi siete accorti che non avete la stoffa per confezionarle? Non siamo per la supremazia del libero mercato, ma è allarmante vedere questo maldestro tentativo di controllare e piegare ai propri desiderata l’economia, proprio nel pieno di una catastrofica crisi. Quei negozianti che quotidianamente chiudono, il 27 del mese non ricevono né lo stipendio dal comune, né alcun gettone di presenza. Gnassi & Co., ditecelo voi: cosa devono fare? Affittare i negozi e gli enormi appartamenti sfitti a bordelli cinesi?
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