lunedì 15 luglio 2013

Comunicato M5Stelle Rimini

Molte famiglie in Emilia Romagna e a Rimini perdono la propria abitazione, pur avendo pagato fior di anticipi a cantiere aperto, restando poi senza nulla in mano a causa del fallimento della ditta edile, spesso e volentieri per pratiche scorrette della stessa. Così i tribunali, come il nostro a Rimini, si riempiono di cause fallimentari, aste giudiziarie, dove trovi ancora le stesse famiglie che cercano di riacquistare la casa che già avevano pagato nella maggior parte dei casi. Mancava il rogito, magari hanno solo il preliminare d’acquisto non registrato. Nel 2005 il governo Prodi mentre cadeva é riuscito a far approvare quello che é ad oggi l’unico strumento legislativo che dovrebbe tutelare queste famiglie, ed in maniera retroattiva, cioè dal 2005 indietro. Secondo l'Assocond Conafi "A partire dal 2005, anno di entrata in vigore dell'obbligo di fideiussione a garanzia degli anticipi dati alle imprese da parte degli acquirenti, le famiglie coinvolte negli 8000 fallimenti nel settore dell'edilizia residenziale sono 77mila. Il danno accusato ammonta a circa 2 miliardi di euro. Questo grazie alla disapplicazione della normativa pari al 70% delle nuove costruzioni. La mancanza di un adeguato impianto sanzionatorio favorisce l'elusione della legge e il pesante coinvolgimento nelle crisi aziendali di migliaia di famiglie, coinvolgimento che la corretta applicazione della legge eviterebbe"; La legge 122/2005 prevede una tutela di chi acquista casa in costruzione, e a carico della ditta edile sono in vigore dal 2005 regole precise: Fidejussione – l’impresa deve rilasciare ai promissari acquirenti una fidejussione pari agli importi incassati Assicurazione – il costruttore deve curare gli immobili contro vizi e difetti (polizza postuma decennale) Preliminare – il contratto preliminare di vendita deve contenere gli estremi della fidejussione a escussione immediata Il garante – il soggetto garante della fidejussione deve essere iscritto all’elenco di cui all’art. 107 TUF (testo unico finanza) Attraverso le fidejussioni si dovrebbe rimpolpare un fondo di solidarietà per le vittime dei fallimenti gestito da CONSAP, concessionaria ministeriale dei servizi assicurativi pubblici, che oggi ammonta a 65 milioni di euro, ma é una goccia rispetto ai fallimenti in essere. Il fondo, a costo zero per lo Stato, si alimenta del prelievo del 5 per mille sulle fideiussioni che obbligatoriamente i costruttori devono fornire a garanzia degli anticipi versati dall'acquirente. Per il 70% per cento gli imprenditori non rispettano la legge. E non la rispettano perché non la vogliono rispettare, non certo perché non la possono rispettare. Il dato reale di quel 30% che la rispetta, vende e costruisce, sta a significare che la legge funziona e permette alle imprese sane e corrette di stare sul mercato, lavorare e macinare profitti. Dall’8 marzo scorso, un decreto interministeraile ha sbloccato i primi fondi, dopo oltre otto anni, ed anche nel riminese si registrano molti casi di famiglie che si sono prodigate ed hanno compiuto tutta la trafila burocratica per accedere a tale fondo, dopo anni di ansie, notti insonni, avvocati poco ferrati in materia, giudici fallimentari spesso sbrigativi e curatori fallimentari più attenti ai bisogni degli stessi che alle famiglie vittime di un fallimento, spesso di tipo deliquenziale. Celebre il caso di un costruttore edile che é riuscito a piazzare lo stesso appartamento 4 volte, ed ora soggiorna a Monte Carlo. Negli ultimi giorni, proprio un articolo su un quotidiano locale raccontava di una signora che attraverso il suo avvocato avrebbe tentato una causa per riavere la sua casa, oggetto d’asta causa fallimento. La signora avendo acquistato nel 2009 non potrà godere di tale beneficio, ed é giusto che lo sappia e cessi di spendere ulteriori soldi con il suo legale. Le cronache degli ultimi anni vedono infatti un numero di aste giudiziarie e di case in vendita per fallimento delle ditte edili sempre maggiore. Non a caso in questi giorni proprio alla Camera e Senato, nelle deputate commissioni, giacciono alcune proposte bipartisan per aumentare la pena economica per quelle ditte edili che non ottemperano al decreto legislativo 122. Anche l’M5S é cofirmatario di proposte per l’aumento della pena economica verso le ditte edili. Infatti, come accade spesso in Italia se si fa una legge, non é mai perfetta al 100%. Le pene economiche previste nel 2005 sono ad oggi irrisorie per quelle ditte che non stipulano fidejussione. Grazie alle proposte bipartisan la certezza della sanzione amminsitrativa invece sarà certa, pari al 5% del prezzo indicato sull’atto notarile, ed in caso di due o più violazioni aumentrà fino ad un terzo. Chiediamo alla Giunta e all’assessore competente: Ø quanti siano ad oggi, nel nostro Comune, i fallimenti immobiliari e le aste giudiziarie in essere; Ø se non ritenga opportuno istituire o promuovere una mappatura delle aziende edili che ottemperino al decreto legge 122/2005; Ø se non ritenga opportuno studiare modalità affinché il Comune di Rimini si faccia garante nei confronti di quei cittadini e famiglie che sono vittime di fallimenti immobiliari, o fornisca loro strumenti (ad esempio di assistenza legale) utili per fare valere i loro diritti; Ø se non ritenga opportuno istituire un registro dei fallimenti immobiliari aggiornato, allo scopo di monitorare quante aziende operino seriamente applicando la legge e quante no; Ø se non ritenga opportuno verificare il comportamento delle associazioni di categoria edili nei confronti di quelle che non applicano la legge 122/2005 A Milano nei giorni scorsi é andata in scena la protesta del settore edile per le vessazioni burocratiche del settore medesimo. Anche il MoVimento 5 Stelle si é fatto proponente per diverse soluzioni immediate alla crisi del settore attraverso le modifiche ai Piani Urbanistici per agevolare le ritrutturazioni edili. Ma a Milano ed in Lombardia, come in Emilia Romagna e a Rimini dietro la scenografia di impatto si sono raccolte lagnanze e veri e propri atti di accusa per la crisi devastante che sta vivendo il settore, come a Rimini da diversi anni ormai. Virtualmente quei caschi gialli appoggiati sul selciato di fronte la Borsa di Milano significavano lavoro, ricchezza e profitti cancellati da anni di crisi. Mancava qualcuno, però. Molti, anzi. Si chiamano famiglie vittime dei fallimenti immobiliari. Non una categoria protetta, tutt'altro; non un'elite sociale, ma proprio coloro ai quali si rivolgone le aziende per sollevare da terra quei caschi. Se non ci sono acquirenti non c'è lavoro, non c'è impresa, non c'è profitto. Lavoro, impresa e profitto esistono solo perché ci sono acquirenti. E come mai allora mancavano oggi dalla narrazione, come oggi si usa dire, della crisi del settore edile? Ma semplicemente perché loro sono le prime vittime delle pratiche scorrette che hanno portato il settore edile all'attuale catastrofe. Anni e anni di fallimenti, più o meno pilotati, più o meno fraudolenti, hanno scandito la vita rampante di questo settore e ora che non ce n'è più per nessuno a piangere sono gli ultimi, i primi, invece, di lacrime già non ne avevano più. Sono quelle migliaia di famiglie che grazie all’elusione del d.lgs 122 del 2005 i costruttori che falliscono abbandonano, dopo aver avuto gli anticipi, al loro destino di creditori chirografi, vale a dire senza alcuna possibilità di aver riconosciuto alcunché. Loro non potranno neppure accedere al fondo di risarcimento che la legge ha istituito per le vittime prima dell’entrata in vigore del d.lgs 122. All’ANCE - Come detto, per tante, troppe, imprese che non applicano la legge, ve ne sono di quelle che l'applicano, a loro va il nostro riconoscimento e un'ultima considerazione: se queste imprese hanno continuato a lavorare, costruire e vendere case applicando la legge è perché la si può applicare, oltre che la si deve, e quindi queste imprese sono la confutazione vivente delle altre che la legge non la applicano perché non la vogliono applicare. E questo non può essere accettato e soprattutto non è una vessazione!
M5Stelle Rimini