lunedì 8 luglio 2013

Erosione a Riccione

Al momento tutti tacciono, ma terminata una stagione mai iniziata, il caso della Spiaggia di Riccione esploderà nella sua drammaticità. Non si tratta delle centinaia di abusi, del casino urbanistico, ambientale, edilizio che sembrava avesse colpito i cugini riminesi, che le feste hanno condonato. Il problema dell'arenile riccionese è la sempre più ridotta consistenza, destinata ad avere ripercussioni sul sistema turistico che però ha tenuto meglio del nostro, senza lanciare birre. I turisti mostrano già insofferenza nel sentirsi stipati come le sardine di Gnassi, ma il dubbio consiste nel sapere dove questa galoppante erosione può condurre. Ovviamente parlando di fenomeni erosivi di questa portata, i soli apporti artificiali del passato non sono più sufficienti, l'abbassamento dei fondali adiacenti alla costa non smorza le onde e le correnti. Picchiano con violenza sul litorale, portando via fette di sabbia, vanificando l'imponente lavoro di ripascimento. Il dramma sarà trovare la soluzione, quando entri in questo incubo, sei prigioniero dei mille stregoni, come per la rete fognante riminese, otto piani delle fogne mai realizzati, siamo nelle mani e nelle paratoie di Hera. Il rimedio più facile sono le vecchie scogliere magari in forma più moderna e non lasciate nelle mani dei bagnini come a Viserba dove è scomparsa...l'acqua. Le controindicazioni sono tante, dallo spostamento a nord dello stesso fenomeno...quindi a Rimini, a problemi di natura ambientale. Il tratto riminese confinante, è già molto meno largo di quello centrale dall'Ausa a piazza Tripoli. Soluzioni alternative alle scogliere sono state dei clamorosi fallimenti, compresi i recenti sabbiadotti. La colpa questa volta non è proprio di Gnassi, ma di Porto Verde. Nasce esattamente 50 anni fa con la costruzione della darsena, dando luogo ad un fenomeno che dopo avere mangiato mediamente 100/150 metri di spiaggia a Misano, ha costretto all'installazione di scogliere. L'impatto erosivo a nord è stato sopportabile fino a quando ha interessato il cuscinetto dell'Abissinia. In questo disastro ambientale ci ha guadagnato..Cattolica, raddoppiando la profondità della spiaggia. Esiste, mai smentito, un semplice teorema marino: quando si pone un ostacolo alle correnti di costa, a nord erode, a sud deposita. Senza tirare in ballo mancati apporti dei sedimenti dai fiumi o fenomeni di subsidenza. Speriamo che la discussione destinata ad alimentarsi, conoscendo i protagonisti, sappia concentrarsi sulle soluzioni più urgenti e radicali. Ci permettiamo di suggerire al disegnatore di strisce gialle, prima di dare il via ai project cemento sul Lungomare dei VivaMiramare, di pensare che questo spazio..nel domani, senza di Lui, venga preservato come riserva dell'arenile destinato a scomparire.