lunedì 29 luglio 2013

La Nautica è Morta

LA NAUTICA E’ MORTA: DOBBIAMO FARLA RISORGERE ! 
Note e considerazioni a margine del convegno di CNA Nautica presso la Marina di Rimini La Nautica è morta ! Queste parole sono risuonate in diversi interventi durante il convegno organizzato venerdì 26 luglio da CNA Nautica ed Assonautica presso la Marina di Rimini. Purtroppo non si tratta di una frase ad effetto o di una provocazione, ma di una triste verità. Dallo scoppio della crisi economica nell’autunno 2008 infatti, il settore della nautica in Italia ha visto i propri fatturati crollare di circa il 90%, con una conseguente perdita di oltre 25 mila posti di lavoro. Al convegno, promosso da CNA Nautica Rimini, erano presenti le organizzazioni maggiormente rappresentative del settore a livello nazionale: CNA Nautica, UCINA-Confindustria, Assonautica, Assomarinas, Vele & Vele, nonché numerosi imprenditori di riferimento, della costa adriatica (da Venezia, fino ad Ancona), produttori di imbarcazioni, di impianti, di vele, rivenditori, addetti ai servizi di rimessaggio e refitting. Dopo i saluti di benvenuto da parte di Gianni Sorci (Direttore della Marina di Rimini) e di Giovanni Parmeggiani (Presidente dell’Assonautica di Rimini), ci sono stati gli interventi di sostanza, soprattutto quello di Giancarlo Gamberini (Responsabile nazionale di CNA Nautica). Gamberini ha fatto una panoramica dei problemi del settore, soffermandosi anche su alcuni aspetti positivi e rivendicazioni dell’Associazione, a cui il Governo ha dato risposte in questi mesi, in particolare sui temi della tassa di proprietà, del noleggio occasionale a terzi e sui porti (vd. Allegato, “Provvedimenti positivi per la nautica nel Decreto del Fare”). Purtroppo c’è piena consapevolezza che queste risposte rappresentino una goccia nel mare rispetto all’enormità dei problemi del settore, che vive primariamente una crisi di mercato e d’identità. In un clima di scoramento, non sono mancati i momenti di tensione, quando l’imprenditrice riccionese Franca Mulazzani ha chiesto conto al rappresentante di UCINA Roberto Perocchio del lavoro svolto a tutela della categoria. La risposta è stata che il settore della nautica da diporto è stato dato in pasto all’opinione pubblica come facile capro espiatorio in un periodo in cui occorreva trovare qualche “colpevole” su cui scaricare svariate responsabilità: quindi, nessun bersaglio migliore della nautica per identificare i ricchi e gli evasori fiscali su cui scaricare gli istinti di rivalsa del malcontento popolare ! Nei numerosi interventi di imprenditori che hanno preso parte al dibattito, sono emerse anche proposte concrete per cercare di ridare slancio alla nautica da diporto in Italia, come: l’introduzione a scuola dello studio della cultura marinara; l’utilizzo dell’IVA frutto delle vendite di imbarcazioni per offrire posti barca gratuiti nei Marinas; la di promozione dei porti turistici come offerta turistica dell’Italia; la richiesta espressa di spostare la competenza sui porti dal Ministero dei trasporti ed Infrastrutture al Ministero del Turismo. Claudio Bacchelli, titolare di Albatros Rimini ha detto che la tassa di stazionamento va pagata per tutte le imbarcazioni e non è certo quello il problema, mentre Manlio Amaducci (Presidente di CNA Cattolica), titolare di Telenautica, ha rimarcato l’assenza dei politici (con l’eccezione del consigliere regionale dell’Emilia-Romagna Marco Lombardi). In termini generali, il convegno è servito a riunire una rappresentanza autorevole a livello nazionale, nonché una componente di peso degli imprenditori: si è trattato di un proficuo scambio di opinioni ed informazioni, che in certi momenti ha rasentato la terapia di gruppo. Il settore della nautica da diporto, un tempo punta di eccellenza della produzione nazionale, è giunto ad un punto di non ritorno: soltanto riunendo le migliori energie imprenditoriali e della rappresentanza di categoria si potrà ripartire tentando di recuperare almeno parte delle posizioni perdute. In conclusione, occorre sottolineare che, nonostante la forzata equazione “nautica = evasione fiscale”, questo settore produttivo è strettamente connesso alla cultura del mare di cui un paese come l’Italia non può e non deve prescindere, pena un impoverimento non solo economico. La nautica da diporto inoltre costituisce una formidabile forma di turismo salutare e rispettoso dell’ambiente, che fino ad oggi il nostro Paese non ha saputo sfruttare appieno e che per la nostra posizione geografica dovrebbe invece essere una delle leve del rilancio dell’identità e della proposta sul mercato internazionale. Info: Alessandro Rapone (CNA Nautica Rimini – cell. 348-2564049)