venerdì 19 luglio 2013

Docente di Volo

Ad opera di quel bravo giornalista che risponde al nome di Claudio Monti ho letto una bella intervista non genuflessa ad un Professore di Diritto Bancario applicato al Fellini. Alessandro Berti, riminese senza remore e sembra senza tessera apparente, ha indicato quali sono le strade che portano al fallimento. Lo puoi ingentilire chiamandolo concordato in continuità, un lessico squisitamente montiano per alleviare le pene. C'è una bella differenza pensare al suicidio per un fallimento od un concordato. Parlando della Carim, la sua specialità, ha detto molto tranchant che si è imbarcata in una operazione di “salvataggio” piena di insidie. Basata su una mozione degli affetti della Fondazione Piccari. Farebbe bene a tirarsi fuori prima possibile, dice il prof. Alessandro Berti a Rimini 2.0. Perché il Fellini è un malato inguaribile. E il mestiere di una banca è dare denaro alle imprese, come ha fatto con monotonia nel passato, sempre a quelli. Carim farebbe bene a tirarsi fuori prima possibile dalla operazione Aeradria perché la mission di un istituto di credito è dare denaro alle imprese del territorio, non gestire aeroporti. Banca Carim partecipa all’aumento di capitale di Aeradria con 3 milioni di euro e vanta 9 milioni di crediti che saranno convertiti in azioni. Il resto dei denari per tentare di far ripartire lo scalo riminese arrivano da San Marino, 2 milioni in tutto, 1 da Asset Banca e 1 dalla Repubblica, 100 mila euro da Confindustria Rimini e 200 mila da Italcamel. Fine. Senza Carim, Aeradria sarebbe andata a picco. Il presidente Masini assicura che l’interesse intorno allo scalo è alto, scambiando le fiamme gialle per imprenditori arabi. Ammesso il concordato, udienza in Tribunale il 18 luglio, altri kamikaze si faranno avanti nel medio periodo. Il professor Berti entra nel merito della vicenda che presenta ancora non pochi lati oscuri. Comunque si giudichi l’intervento di Carim, di fatto la banca immobilizza i risparmi in un salvataggio dagli esiti molto incerti. Non so se i riminesi, potendosi esprimere, avrebbero condiviso la scelta compiuta in questo frangente dal cda. Il ruolo strategico di una banca del territorio dovrebbe essere quello di far crescere rigoglioso l’albero sul quale è seduta, far sì che le imprese si sviluppino, creino occupazione e così via. Se non fa questo, una banca del territorio smette di fare il suo mestiere, come attestano anche i commissariamenti di Carim e Banca di Rimini, due ferite che comunque non si rimargineranno in breve tempo. La situazione delle imprese a Rimini ed il loro rapporto col mondo bancario non è molto dissimile da quella che potremmo trovare in qualunque altra provincia italiana, con l'aggravante della presenza di un distretto onnivoro e monotematico come quello turistico. Infine, il ruolo marcato dell’edilizia, alimentata dalle possibilità anche speculative che il turismo ha fornito, generando una imprenditorialità per lo più vocata alla rendita e poco alla produzione. Finiamo quì Professore, poche volte ci siamo sentiti appagati nelle nostre previsioni di sfighe da un Docente di Volo Fallimentare. Se non ha ancora una tessera saremmo onorati di donarle quella...ad honorem della verità.