lunedì 8 luglio 2013

Le Peggiori Nemiche

Ricevo su FB un post di Giulia Innocenzi che, come la donzelletta che vien giù dalla campagna in sul calar del sole, si stupisce di tanta prostituzione tra Rimini e Riccione e parte con la supercazzola della sua legalizzazione: deprimente, speriamo sia sola una pecca di gioventù. Seguono centinaia di commenti favorevoli, pochi quelli che frenano. La prostituzione intanto è già legale, è un reato lo sfruttamento, e poi è, prima che un fastidio, un fenomeno socio culturale: chi guarda all'Europa quale esempio di modello di legalizzazione fa una semplificazione, imperdonabile per una donna, specie quelle che si riempiono la bocca di femminicidio, tanto di moda ultimamente. D'altra parte nessuno si scandalizza del fatto che queste abbiano tanto mercato e cioè del fatto che ci siamo tanti uomini, esseri umani (sic), che con molta tranquillità comprano pezzi di vita altrui: si vede che la più parte degli italiani pensa che costoro approccino le lucciole porgendo loro un mazzo di fiori. Le stesse donne libere, come la Innocenzi, evidentemente, considerano la prostituzione una scelta compatibile col sentirsi donne: mah!? Trovo deprimente, molto più dell'autoerotismo, comprare una prestazione sessuale ed incredibile pensare di legalizzarla in un Paese dove la condizione femminile è rimasta al palo. Nessuna politica per le famiglie e di sostegno alla maternità delle lavoratrici (quelle fortunate che un lavoro ce l'hanno), discriminazioni, vessazioni e violenze su tutti i fronti sociali. Legalizzare la prostituzione in un contesto sociale come quello italiano significa consegnare, legalmente, quelle poche donne che resistono al mestiere più antico del mondo. Sei disoccupata? Il padre dei tuoi figli è scappato con un'altra e non si cura di mantenerli e non sai come dargli da mangiare? Prostituisciti! Non mi addentro nemmeno sul panorama legale della violenza: se disgraziatamente incappano nel cliente un pò manesco, ecchessaràmai?!?!? Hai scelto di prostituirti!!! Sono i rischi del mestiere: già li vedo i politologi opinionisti dalla D'Urso. Sarebbe la felicità della Santaché: siamo tutte mignotte! Buttiamo sulla strada, oltre quelle ricattate dal boss di turno, dalla tossicodipendenza  o dalla Maman che minaccia ritorsioni Vudù (ebbene si, ci sono pure queste, sapevatelo), anche quelle ricattate dalla fame. Gli Stati  nord europei hanno legalizzato la prostituzione in un contesto sociale che vede le donne accedere a posizioni come quelle di Capo di Stato o Primo Ministro. Infatti quelle che "esercitano" sono davvero poche, tanto da essere relegate ormai ad un fenomeno di folklore. Resta il fatto di sollevare quei cittadini che devono convivere col disagio di averle sotto casa. A casa nostra ci si spertica in ordinanze incostituzionali corroborate da aberranti dichiarazioni del primo cittadino sul come aggirare una Legge ingiusta: scritta da una socialista e suffragata dalla risoluzione ONU 317 del 1949 e da noi recepita solo nel 1966: lo stesso ONU che un anno prima emanava "la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo" che estendeva alle stesse donne il diritto di voto fino ad allora negato (un pò di storia non guasta mai); gli altri, come al solito hanno fatto prima e senza che nessuno glielo imponesse: Finlandia (1906), Albania, si hai letto bene, Albania (1909), Norvegia (1913), Danimarca ed Islanda (1915), Austria, Estonia, Georgia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito, Russia, Ungheria e, ebbene si, persino il Kirghizistan (1918). Noi arriviamo al 1946  insieme al Camerun, Corea del Nord, Gibuti, Guatemala, Liberia, Macedonia, Trinidad e Tobago, Venezuela e Vietnam. Ci hanno anticipato persino l'Arzebaigian (1921) ed a pari merito (1924), Kazakistan, Mongolia, Tagikistan, Turkmenistan e persino la Santa Lucia del Lavitola de noantri. Se si vuole  eliminare la macelleria sociale, sotto casa dei riminesi, suggerisco di adottare (e stavolta a ragione, per urgenza e contingenza) dei semplici divieti di fermata nei luoghi dove le lucciole stazionano e impiegare la PM per diversi mesi (non pochi giorni) nell'attività di controllo stradale: le lucciole se ne andranno là dove non recheranno disturbo a nessuno. Certo, i Pizzardoni andrebbero distratti dall’attività di tagliaboschi del Codice della Strada, che frutta alle casse comunali oltre 9.000.000 di euro l’anno Se invece si vuole risolvere alla fonte la questione e giungere finalmente ad una legalizzazione, comincerei coll'invitare le Mamme italiane ad imporre ai loro figli maschi il rispetto della donna e del loro corpo ed agli organi istituzionali di investire nella diffusione di una cultura alternativa allo svilente macismo dilagante, che manco è parente con l’essere un uomo! Il nostro primo cittadino potrebbe mettere a disposizione il suo metrosexualismo in uno spot “Pubblicità Progresso” che lo vede protagonista nella battuta: “io le donne le conquisto, non le compro” 
 Rimini, 08/07/2013 Giorgio Cerasani 
 P.s.: ovviamente l’assessore che premia per l’8 marzo, le imprenditrici di successo, va alienato.