lunedì 22 luglio 2013

Rimini, Strada, Cibo

Tralasciando per un momento il fatto che la cartina stradale non sia proprio esatta, come riportato fedelmente da un quotidiano locale qualche settimana fa, vorrei farvi guardare l’iniziativa Rimini Street Food da un altro punto di vista. Tanti chef arrivano in riviera, vengono braccati dall’ufficio stampa del sindaco, rivista Rolling Stone Italia o Ducati che sia, vengono piazzati sulla una bella moto da ‘birro’ (la cosa più bella dell’iniziativa, ammettiamolo), vengono paparazzati allo sfinimento e poi, frastornati da flash e domande anche ovvie, vengono piazzati di fronte ad una piastra con l’ordine imperativo di creare ‘una nuova piadina d’autore’. Ma che sia da strada! Peccato che manchi poi una giuria, ma evitiamo sottigliezze. Ora, a mio avviso, da mezzo sangue quale sono, meglio di una piadina farcita con prosciutto (di Carpegna) e pomodori in gratin con cipolla non c’é nulla. Potrei mangiarla a pranzo e cena. Invece cosa succede? Chef pluristellati, chi più chi meno, dopo anni di studi, anni di fatiche e piatti pazzeschi in cucine come quelle dell’Osteria Francescana o la Pergola (in questi ci ho lasciato un rene, ma ne é valsa la pena) ecco che devono creare la piadina più stellata tra le piadine di strada. Ho paura solo a immaginarne il costo per il prototipo di turista riveriasco, anche se ieri sera a Cervia in uno dei ‘baracchini’ (come mai da noi non esistono?) mi ha deliziato con una bella piada al prosciutto da 7,50 euro. Lo riscrivo: 7 euro! Riprendiamo e scusate la digressione. Dicevamo, creare la piadina più chic tra le piadine di strada. Mi chiedo: lo metteranno nel loro curriculum di essersi fermati nella capitale del low cost? Mi soffermo giusto su Beck, perché gli stranieri li apprezzo di più e per la sua creazione. Quindi sono un razzista al contrario, vista la querelle Calderoli e ministr(a)o. Allora, non ci vuole certo uno chef stellato per fare una piadina con crema di fichi e mandorle. Scusate se sono andato così, secco e senza indorare la pillolina. Io almeno mi aspettavo di più, dopo il rene che gli ho lasciato due mesi fa a Roma. Ricordo mia nonna quando per colazione ci dava la piada del giorno prima con sopra la marmellata di albicocche fatta in casa, e noi giù a ‘pucciare’ nel caffèlatte da bravi bambini (la pena era un tozzone a tradimento nella coppa al primo accenno di rifiuto. Oggi i pappemolle chiamerebbero il telefono azzurro…). Tornando a Beck, oltre ai fichi ecco un prosciutto crudo di origine forestiera ed infine (e qui sta lo chef stellato) le mandorle!! Cioè, abbiamo il prosciuttificio Carpegna che è in crisi nera (a poco è servito l'acquisizione della Brendolan prosciutti di Vicenza, aihmè) e noi ne sponsorizziamo uno parmense? Allora, una volta ad uno dei tanti corsi da sommelier (eh sì, ho cercato di studiare prima di parlare…) uno chef che ci illustrava l’abbinamento cibo e vino ci disse “quando sei in cucina e non sai cosa inventare, mettici un pinolo, un pistacchio, una mandorla…purchè venga dal più lontano possibile!”. Prendendo per vero l’aneddoto di questo ‘maestro/professore’, negli ultimi dieci anni di cucine ne ho provate, di menù pure, e questa teoria non mi pare alla fine tanto azzardata. Tuttavia immaginate solo per un momento l'autoctono riminese che addenta una piadina con una manciata di mandorle tostate all’interno, ed una di queste s’infila tra denti, dentiere, otturazioni, vedi tu dove finisce quella piadina d’autore (accompagnata ovviamente da un colorito verso onomatopeico dialettale riminese). Cosa suggerisco? Prima di tutto non sarebbe male se tali comparsate ad hoc e creazioni da strada avessero l’obbligo di una citazione nei menù dei locali di questi chef stellati, magari come entrè (Mica verranno gratis questi ‘maestri del fornello’, su). Poi avrei dato lustro solo ed unicamente ai prodotti locali quali stracchino, gratin, cipolla e salsiccia (magari da mora romagnola, sebbene non siano così tanti i capi di ‘mora’, anche se spuntano ovunque oggi). Ultima battuta. Tanti chef stellati per la Rimini Street Food, ma solo di passaggio. Infatti nessun chef pare abbia intenzione di scommettere sulla riviera aprendo magari un locale. D’altronde se uno come Barbieri ha mollato il Cotidie a Londra…
@markollen