venerdì 12 luglio 2013

Per Non Fallire

Il Pd ha certificato che i problemi di Berlusconi vengono prima di quelli del Paese, ma servono 400 miliardi per ridurre il debito e gli investitori internazionali hanno indotto Standard's ad emettere un altro segnale prima di ridurre i nostri titoli in spazzatura. Il decreto salva-debiti non ha prodotto, come tutte le misure succedute in questi ultimi tre anni, nessun effetto. La recessione continua, siamo all'ottavo anno consecutivo, la scusa per inciuciare i finti nemici non regge, come quella di prorogare George. La disoccupazione ha raggiunto vertici insostenibili, la coesione sociale è in pericolo, il fardello di oltre duemila miliardi aumenta a dispetto delle misure assunte che hanno colpito le fasce più deboli. E' un continuo annuncio di riforme che si perdono per strada. Grillo ha compiuto il suo dovere denunciando al Capo dello Stato una situazione drammatica sul piano politico e sociale. La manfrina in Parlamento è uno dei punti più bassi della politica italiana. la dimostrazione dell'ipocrisia che permea un presunto partito di semisinistra. Avere aderito al boicotaggio ad horas del Parlamento è una vergogna superiore a quella dei richiedenti. Un partito costruito per volontà di giornali che hanno fatto le loro antiche fortune editoriali con l'antiberlusconismo in alcuni momenti perfino becero, oggi si accoda alla richiesta di un Caimano non giudicabile dai tribunali italiani. Saviano, Mieli, Scalfari, Mauro, Giannini e Huffy Annunziata dovrebbero chiedere scusa ai lettori ed elettori. Non si sono ancora visti gli effetti del piano contro la disoccupazione che l’esecutivo di Enrico Letta promette di ridurre anche il macigno del debito. Intanto la benzina in vista delle codine estive aumenta. La cifra di 400 miliardi tanto per rimanere nel tragico dell'ironia è stata gettata da Alessandro Profumo che dall'Unicredit della Fiera/Palas è passato a quel bel gioiello di Mps del Pd. Questo l’ammontare del piano taglia-debito di cui si sta discutendo ora. Non è solo una questione di rapporto fra debito e Pil ma anche e soprattutto una questione di riduzione dell’indebitamento in valori assoluti. Come puoi pensare in questa situazione economica di crescita assente e scarsa competitività, di operare alla riduzione del debito pubblico? Sul piatto oggi c’è la creazione di un veicolo finanziario privato capace di scendere sui mercati obbligazionari per vendere bond con asset pubblici a collaterale. Un’idea anche buona, ma se pensiamo ai destini di Sviluppo Italia incrociare le dita è un palliativo, meglio scendere più in basso. Brunetta è ritornato ad alti livelli è uno dei più attivi e loquaci ministri, pensa di agire sulla vendita dei beni pubblici, già promessa da tutti i premier incaricati, mai nemmeno iniziata. La seconda voce di entrata è data dalle concessioni demaniali. L’obiettivo è quello di racimolare una somma fra i 40 e i 50 miliardi di euro tramite la costituzione di società per questo genere di operazioni, ma prima che i bagnini esultino, meglio dire che in questo caso le aste saranno doppiamente obbligatorie. I beni del demanio potrebbero quindi finire in mano estera, un elemento forse funzionale alla valorizzazione delle aree con più potenzialità di sviluppo. La terza voce è invece relativa a un accordo fiscale con la Svizzera, in modo da ottenere fra 25 e 35 miliardi di euro. A S.Marino non c'è più niente. Insomma siamo alla richiesta di un concordato in continuità che possa permettere al Paese di continuare a vivere, sul come, credo non sia arrivata nessuna risposta dal Colle.