sabato 27 luglio 2013
Vucumprà
La gente, media ed autorità incluse (queste ultime, leggo, si stanno
organizzando dal Tavollo al Po di Volano) che se la prende, spesso con
terminologia sorprendentemente razzista, raro egoismo, inaudita
ferocia con i Vucumprà riminesi non sa, finge di non sapere, se ne
fotte che noi siamo per il 90% dei nostri consumi totalmente sulle
spalle dei paesi da dove questi nostri sfortunati, dimessi, indòmiti
nostri consimili provengono. Se dovessimo vivere "del nostro" al
massimo potremmo avere un paio di biciclette a famiglia, mangiare
carne 1 volta alla settimana, lavare a mano, chissà forse nel
Marecchia. E questa non è retorica buonista: questa è la Verità che
occorrerebbe insegnare nelle scuole e sussurrare nell'orecchio a
quello che gira in fuoristrada utilizzando carburante estratto da
persone pagare 10 euro al mese. Noi siamo lo stomaco vorace di un
gigante con i piedi, provati dal rovo in Asia, Africa,
Sudamerica. E le braccia in Cina e nell'Europa Orientale. Ognuno di
noi riminesi - ed italiani ed occidentali, al netto della crisi in
atto, è il vertice di una piramidina sociale di disgraziati
schiavizzati sparsi per il mondo che per lui lavorano per 5, 20, 50
euro al mese e che, forse, magri contadinelli, anneriti minatori, non
si possono permettere nulla che non sia il mangiare, il cantare...
Quindi, per quanto mi riguarda, ogni iniziativa, come quella citata,
tesa a contrastare l'abusivismo commerciale, per quanto si possa
convenire sul fatto che il fenomeno sia ormai fuori controllo, senza
tener prima conto dello sfondo appena appena accennato, è immorale ed
ingiusta.
Sarah M. Amati