venerdì 12 luglio 2013

Rating

Nel fango affonda lo stivale dei maiali: dai su che questi delle agenzie di rating non sbagliano, hanno delle sfere così sotto se dicono B è B, ormai siamo una repubblica delle banane. Sulle imprese possono sbagliare, esempio su Parmalat poco prima del default tanti dicevano "buy" poi si è visto, ma sul debito degli stati ci prendono, sempre! E questo ennesimo downgrade significa che dovremo pagare più interessi per vendere i nostri bund, quindi andremo ad aumentare il debito quindi la spirale è innescata. Non che BB sia spazzatura, sono sempre titoli appetibili ma 10 anni fa quando avevamo un paio di A nessuno avrebbe immaginato questa fine. E se notate, tanto è preciso questo meccanismo del rating, gli stati che hanno lo stesso rating si assomigliano tutti, sotto il profilo sociale, della ricchezza e della distribuzione della ricchezza! Oramai la nostra società assomiglia tanto proprio ai paesi che casualmente s'indebitano con la nostra stessa supposta solvibilità e purtroppo non sono quai più in Europa, a parte quelli noti. E questo si vede anche a Rimini: gente che la bibita non la compra a 3 euro nel bar ma a 50 cent nel minimarket o supermarket che hanno diffusione sempre più capillare. Poi i compro oro, le sale gioco, il riciclo di automobili che nei meravigliosi 90's erano già scomparse, il riciclo presso i giovani studenti di strumenti informatici stradatati, i mercatini, i negozi tutto a 1 euro, la notizia di pochi giorni fa che cominciano a calare anche le vendite dell'alimentare in genere ma aumentano le vendite di zucchero e farina, brutti segnali! Riporto come chiusa una curiosità di archivio che fa riflettere: una lista della spesa tempo di guerra a Rimini. 50 (!) grammi d'olio, 150 grammi di zucchero, 300 grammi di farina... Alejandro Zobeta.