lunedì 5 agosto 2013

Vigilantes

I promessi Vigilantes sulla spiaggia, targati Maggioli, da quel poco che sappiamo, sul piano formale, sarebbero a loro volta degli abusivi, in quanto trattasi di semplici autorizzati a svolgere mansioni di tutela di una proprietà privata o proteggere l'incolumità delle persone. Trattandosi di soggetti neppure incaricati di mansioni di pubblico servizio, non possono svolgere alcun compito di controllo e prevenzione. Se i Vigilantes si avvicinano ad un abusivo e gli chiedono di andarsene, il vu cumprà gentile come sempre, può rispondere di essere in possesso di tutti i permessi e la cosa finisce lì. A differenza delle forze dell'ordine, il Vigilante non può fare accertamenti, non può chiedere di mostrare i documenti. Nel quadro generale del diritto, pur banalizzato, il ruolo di agente di polizia giudiziaria compete ad ogni cittadino, ovviamente compresi i Vigilantes, solo in flagranza di reato. Cosa che può essere assodata come ipotesi solo attraverso un'accertamento che non può essere svolto dai privati in divisa. Anche un ipotetico uso "border line", come il controllo degli stabilimenti balneari e dei beni dei clienti è cosa che va adeguata al fatto che la spiaggia indipendentemente se in concessione, libera, demaniale o di proprietà, è luogo pubblico. Ben diverso da una fabbrica od un deposito. Su questa questione, se non abbiamo interpretato male, c'è un precedente per quanto concerne le stazioni ferroviarie che in ragione dell'essere luogo pubblico, possono essere controllate solo dagli organi di polizia... ferroviaria. Se questo a grande linee è il quadro giuridico, non avendo nulla contro la polizia privata, sarebbe utile dotarli dei poteri di agente di polizia giudiziaria, limitatamente alle mansioni specifiche, anche per tutelare i lavoro che svolgono. Una ragionamento che ha più di qualche punto di contatto con un'altra categoria di spiaggia, ossia i salvataggi, dove anche in questo caso esiste una impostazione vaga, non si capisce se trattasi di mero dipendente o di incaricato di pubblico servizio. La differenza è notevole. Il dipendente risponde in solido con il suo datore di lavoro. Se un'operaio non porta il casco, il mancato rispetto delle norme viene prima contestato al datore di lavoro. Se un salvataggio non è al suo posto, secondo il nostro giudizio, oltre alla contestazione all'interessato, la stessa dovrebbe essere allargata al datore di lavoro. Stessa cosa in presenza di fatti gravi come un annegamento, in quello scongiurato sulla spiaggia di Viserba, il salvataggio è stato bravo anche nella precedenza del salvamento, prima la bimba poi la madre, nella buca...., segnalata della motonave. Da quello che ci dicono i ragazzi che svolgono questa attività le indagini non prevedono mai il coinvolgimento del datore di lavoro. Altra questione da noi spesso sollevata riguarda il rispetto dei divieti di balneazione: a chi tocca farli osservare? Alla bandiera rossa sul pennone? Se tutto questo costa qualche euro in più, ci dispiace per Mussoni che vive una delle più brutte stagioni della sua vita sulla dorata sabbia, ma si può rimediare dando il mandato ai concessionari fino..al 2020.