lunedì 5 gennaio 2015

Sembra il Cancelliere

Invece è il Carlino. Oggi, 5 gennaio, quinto giorno dopo il Capodanno più lungo del Mondo di Gnassi, leggendo dopo l'usuale scippo alla sorella, anche la pagina 10 del Resto del Carlino, ho creduto per un attimo di gustare una delle corrispondenze che il Cancelliere ci manda non troppo frequentemente. Invece era proprio il Resto del Carlino. In particolare Cesare De Carlo, lo "storico" corrispondente dagli Usa, diverso da quello appollaiato sulle scale di Palazzo Garampi. Riallacciandosi ad alcune dichiarazioni del Vice.. Cancelliere tedesco, come dire l'Alfano della Merkel, si è lanciato in un attacco a tutto campo contro le "sanzioni" alla Russia e, soprattutto in una rilettura dell'attuale situazione ucraina che costituisce una inversione ad U rispetto a quello scritto finora. Tutto l'articolo mette in luce la pericolosissima deriva del governo ucraino, ma la cosa più sorprendente è la dove, testualmente, dice che a Kiev comanda" l'ambasciatore americano e soros" ben coadiuvato da bande di mercenari e dai gruppi esplicitamente nazisti, provenienti dalla Galizia. Accusa duramente il governo Usa di avere fomentato i "disordini di piazza del febbraio 2014". Quì sta l'unica sostanziale differenza rispetto al nostro Cancelliere. Quelli che il Carlino chiama "disordini di piazza" furono un vero colpo di stato, ma pretendere dal giornale bolognese che dicesse anche questa verità, sarebbe davvero troppo. Bisogna notare anche che qualcosa di simile, anche se meno esplicito, lo dice anche Repubblica, con il suo inviato Lombardozzi, anche lui fino ad ieri un fortissimo ed inossidabile Pro-Kiev. La Stampa di Marchionne tace. Ha già Pittibimbo da curare.

P.S.
Abbiamo chiesto un commento al Cancelliere. Ha detto che era troppo tardi per fermare la macchina del caos. Men che meno possono riuscire i giornali italiani che fino ad ieri inneggiavano a Kiev.