giovedì 30 aprile 2015

Barbapapà di Renzi

Leggo sempre i sermoni domenicali di Barbapapà Scalfari, il migliore termometro della malattia renziana applicata al Pd. Occorre riconoscere che per il suo personale gusto politico l'allievo di Verdini è stata una medicina difficile da ingurgitare. E' abituato a dissertare con persone almeno dotate di un anello papale o ..Napolitano. Pensate che libro interessante Travaglio riuscirebbe a scrivere intercettando le loro lunghissime chiacchierate. Un bel pacco di misteri italiani finalmente sarebbero svelati. Sarà un caso ma tutti (tutti) i momenti storici che hanno lasciato sul terreno più interrogativi che certezze sono stati vissuti ed interpretati in prima persona dal Presidente rieletto per garantire l'inciucio. Per fortuna quello che abbiamo non disturba nessuno. Ogni tanto si chiede perchè, lancia qualche meravigliato "si deve fare qualcosa" quando i morti sono qualche centinaio poi...il silenzio. Il Premier non si può certo lamentare, gli da più problemi Speranza. L'ultima predica domenicale verteva sul viaggio americano terminato con Brunello di Montalcino dopo una stupefacente performance linguistica. Ha però corso 12 chilometri in meno di un'ora. Secondo Barbapapa come si dice ai bimbi brutti che però hanno gli occhi belli, il nostro Premier non conta un ca..per Obama. però è simpatico. Non gli ha nemmeno svelato che un nostro sventurato cooperante era morto ammazzato da mesi e da droni a stelle e strisce. Però hanno brindato con un vino toscano. Barbapapà ha riconosciuto al terzo Premier non eletto dai cittadini indubbie capacità attrattive, sembra che anche la Merkel abbia subito un fascino zanzesco, mentre Berlusconi l'aveva definita leggermente oversize. Insomma andiamo in giro con il cappello in mano però suoniamo bene il mandolino. Anche Putin è stato colpito dalla simpatia del Verdinello, l'aveva ricambiata con il gas che però gli americani hanno sanzionato. Ma da Obama cosa ha ottenuto in cambio? Nulla però la televisione del canone ha inviato 72 persone per riprenderlo. Si è lanciato anche in paragoni avventati tra il Berlusconi nemico editoriale e l'innominabile autore del Jobs Act, per Scalfari un viagra sindacale. E' riuscito ad addebitare a Silvio la colpa dell'invio delle nostre truppe in Irak mentre Obama ha ringraziato il Premier italiano per avere mantenuto in Afghanistan i nostri soldati e quelli americani se ne sono andati. E' arrivato a cent'anni, si potrebbe anche permettere di raccontare per una volta la verità, non la sua. Siamo al Boschi Day