lunedì 20 aprile 2015

I due minuti di odio

La Boldrini vuole scalpellare la scritta Dux sull’obelisco del Foro Italico. I polacchi i baltici e gli ucraini demoliscono i monumenti e i cimiteri dei soldati sovietici/russi, i guerrieri dell’Isis distruggono le città dell’antica Mesopotamia e le statue delle vecchie divinità. Vi è una gran differenza fra queste cose? Solo quantitativa, in concreto esprimono irrazionalmente una realtà indotta da menti molto razionali. Distruggendo i simboli di un passato, simboli che peraltro in quanto tali non hanno possibilità di sottrarsi, si esprime il proprio disagio e il proprio estraniamento. Nell’atto distruttivo si cerca un rimedio al proprio vuoto. Chi si ricorda il romanzo di Orwell 1984 rammenterà i “due minuti di odio quotidiano” cui erano obbligati i cittadini della mitica Oceania in cui lo scrittore inglese ha ambientato il suo profetico romanzo. Ora ci siamo arrivati. 

 Woland