giovedì 23 aprile 2015

Lavori fermi

“Dunque ha ragione Daniele Imola, quando con tono accorato ci dice che è assai preoccupato perché il TRC, via via che va avanti la sua realizzazione, appare quello che già era, quando egli stesso, da sindaco di Riccione, lo ha promosso, voluto ed imposto: un obbrobrio. Ha anche qualche ragione in più quando con tono ancora più accorato chiede di intervenire, immediatamente, con nuove soluzioni , nuove proposte, eventuali modifiche, perché si eviti che quell’”obbrobrio” si trasformi in “un muro di Berlino”, che rovinerà per sempre l’immagine della sua città, così votata al turismo”. Arcuri interviene anche sull’invito alla Tosi perché deponga le armi: “Quello che invece Daniele Imola vuol far finta di credere o in cuor suo vorrebbe farci credere, è che se i cantieri del TRC, in città, latitano nel pieno abbandono, se i lavori procedono così lentamente da farsi tamponare da una lumaca in corsa, è perché Renata Tosi pone ancora ostruzionistici rinvii alla cantierizzazione delle vie interessate all’opera o persevera con la sua azione di contrasto legale. Per cogliere il senso della sua riconquistata realtà Daniele Imola dovrebbe sapere, anche se immagino che lo sappia già, che il “suo” TRC, quell'obbrobrio con il muro di Berlino, non procede spedito così come accoratamente si augura, non perché Renata Tosi non smette di battersi per “salvare” Riccione da questo immane disastro ma solo perché AM ha qualche problemino “finanziario”, diciamo così. Ha badato più a mettere a tacere e rendere ormai innocua la Tosi che a controllare i conti. Al punto che è alla spasmodica ed urgente ricerca di ben 7 milioni di euro di nuovi finanziamenti, per coprire un fabbisogno di oltre 18 milioni. Senza i quali non si canta più messa”. Arcuri infine getta l’ultimo asso: “Non solo. Daniele Imola non se lo ricorderà di certo. Ma dopo 20 anni è tutto possibile. Il progetto di attraversamento del centro di Riccione, quello che prevedeva il ponte sul RioMelo, con gabbia in acciaio inox, stile pentole by Mastrota, non è più tecnicamente realizzabile così come lo aveva anche lui sognato e approvato. E' sbagliato, non va, non funziona, non si può fare. Detto questo, Daniele Imola, fulminato sulla via di Damasco, forse farebbe bene, al di là di tutto, a farsi promotore, accanto a Renata Tosi, certamente sindaco di tutti, di un’azione di forte sensibilità “politica” per evitare davvero che AM realizzi, tra 4 o 5 anni, chissà, quell’obbrobrio. Come dice lui, perché lo sa bene, c’è ancora possibilità di intervenire per cambiare il progetto. E rinunciare a quel muro di Berlino. Dia anche lui una mano. Senza polemiche”.