martedì 14 aprile 2015

Il Ballone

E' in arrivo una "stangata fiscale" da 100 miliardi però in 5 anni. Il tesoretto trovato, pari, sembra, ad un miliardo e 600 mila euro, serve per le prossime regionali. Nel Def racconta che porterà la pressione fiscale solo al 43% (ufficiale), in realtà due pagine dopo certifica che aumenterà di un punto. Dal 2015 al 2019 le entrate tributarie dello Stato cresceranno costantemente e arriveranno fino agli 881 miliardi del 2019. Complessivamente nel prossimo quinquennio i contribuenti italiani dovranno versare nelle casse pubbliche 104,1 miliardi in più rispetto allo scorso anno (+13%). Sulle imposte dirette e indirette, principalmente Irpef, Ires e Iva, ci sarà una stretta da quasi 80 miliardi. Grillo ha indovinato un'altra mossa: non pronuncerà più il nome di Renzi. Il mercato delle balle è saturo. Sta imperversando, aumenteranno sia le entrate tributarie sia quelle derivanti dai cosiddetti contributi sociali, previdenza e assistenza. Per quanto riguarda le entrate tributarie l'aumento interesserà sia le imposte dirette, come quelle sui redditi di persone e società, a esempio Irpef e Ires, sia le imposte indirette, tra cui l'Iva. Le imposte dirette cresceranno in totale di 34,2 miliardi, +14,43% mentre le indirette subiranno un incremento di 45,5 miliardi +18,43%. L'immagine di questo governo di inadatti ed incapaci si sta fortificando. Nessuno dei precedenti era così debole ma nello stesso tempo così drogato dalla stampa. Perfino il Carlino, pagine nazionali, si è accorto che i pochi lettori non la pensano come Renzi. Si rifà nella pagina riminese con l'adulazione di un tentativo nemmeno riuscito bene di renzismo per necessità. Almeno Zerbini lo nacque. Ma il massimo del ballismo trasformato in finanziaria è nello stesso Def. Il peso delle tasse rispetto al pil è infatti previsto in aumento, mentre la crescita economica, stando alle previsioni del governo, sarà timida, il pil non farà scatti in avanti significativi. Complessivamente, nel quinquennio si registrerà un incremento della spesa pubblica pari a 37,8 miliardi, +4,58%, legato esclusivamente alle uscite correnti, acquisti, appalti, stipendi. In diminuzione oltre ai voti del Pd, la spesa per interessi sul servizio del debito. Beneficerà (forse) della riduzione del divario di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, ma il "tesoretto" legato allo spread sarà bruciato dagli aumenti delle altre voci di spesa, piene di sprechi non toccati. La spending review del Ballone.

PS
Però avremo il Lungomare griffato..Gnassi. Magari non sarà un ballone ma solo un..balletto.