domenica 19 aprile 2015

Il Cancelliere: quel che resta del giorno

Abbiamo sempre avuto una grande fiducia nel Cancelliere. Anche nelle cose piccole oltre che in quelle grandi. E’ stato l’unico che ha capito, per esempio, che la riapertura (il primo aprile!) del “Fellini” sarebbe stata, come diceva lui, un “ballon d’essai” (o come diciamo noi: una “bufala”) seguita dal nulla o quasi. Torniamo alle “cose grandi” però. Da mesi ci dice che, nel 2015/2016, con la Russia sarà guerra e ieri sera ce l’ha confermato in modo veemente. Tant’è che abbiamo pubblicato un’“ultima ora” alle 21 circa. Oggi però, rosi dalla curiosità, visto che sui giornali italiani non si legge nulla gli abbiamo chiesto da dove trae le sue convinzioni. Ce le ha riassunte così:
“Caro Lugaresi procedo per punti come faccio quando non voglio dilungarmi ed essere chiaro. A) il punto di partenza sono i cataclismi finanziari delle ultime 48 ore: Rublo e Borsa russa in caduta libera. Borse europee deboli. Spiegazione “ufficiale”: “Grexit”. B) Eppure di contro: a) il petrolio sta salendo pure in un quadro economico debolissimo, b) alla Grecia è stato dato tempo fino a giugno per decidere sulle “riforme” c) da tre giorni sugli organi “ufficiali” russi (RT e Sputnik International) un articolo su due è sulla possibilità di un attacco preventivo alla Federazione e sulla debolezza del proprio fronte in Europa. Tutto vero, ma fino a poco tempo fa di articoli del genere ce ne era uno al mese, non due al giorno. Né si può dire, di sicuro, vi sia un particolare interesse della più autorevole stampa russa a spaventare i propri cittadini. C) In parallelo sulla stampa o sui siti americani è un crescendo di accuse e minacce con atti concreti “pesanti” con l’arrivo in pianta stabile di paracadutisti a L’vov (senza contare i polacchi) e i baltici che ormai in Ucraina la fanno da padrone. Gli attacchi degli USA si distinguono per varietà e fantasia: “propaganda (russa) aggressiva...”(!), “violazioni al trattato INF” (missili a medio raggio), esistenza di base russe” vicino al confine ucraino” (!!!) ecc. ma il segnale più chiaro è laddove si dice: “Minsk è morto”. (da notare che gli USA non hanno partecipato alla stesura del trattato...!). Questo elenco contiene solo una parte dei fatti significativi che mi fanno giungere alla condizione di una possibile guerra, molto vicina. Infatti: 1) Se la più autorevole stampa russa ha, improvvisamente, “alzato” il tono del possibile “attacco fulmineo” (PGS) specie contro la zona europea del paese, non lo fa a caso. Manda un messaggio interno ed esterno: “state pronti” e “siamo pronti”. 2) Se il rublo crolla in due giorni dopo due mesi di guadagni vuol dire che “qualcosa” è arrivato dai cosiddetti “Mercati”. Il messaggio che è arrivato , secondo me,è questo: “la tregua è finita”. Via da Mosca e... ovviamente, dal rublo. La mia convinzione è rafforzata dal fatto che ciò avviene con un petrolio (stranamente) “alto”. La spiegazione è semplice (e l’ho anticipata qualche settimana fa) nonostante le scorte siano enormi e il consumo basso si sta accumulando petrolio. Ovviamente in vista di qualcosa. Del qualcosa che penso accadrà. 3) Ho scritto più volte che il periodo più pericoloso per la Russia da un punto di vista strategico è l’estate (maggio/luglio) non per le modalità d’attacco (il PGS o GSP non sono le colonne corazzate tedesche del ‘41 né l’”Armeé” di Napoleone del ‘12) ma perché da agosto in poi, se venisse interrotto il flusso di gas dalla Russia per l’Europa (pur rimpinzatasi di scorte) i guai sarebbero seri. Ecco perché la “decisione” dello scontro deve avvenire (cominciare e finire) nei tre mesi fatidici (poco più, poco meno). 4) Ho sottolineato più volte che, nonostante i progressi degli ultimi anni, il “sistema difensivo globale” russo (difesa più attacco) potrà essere accettabilmente pronto solo verso il 2020. Questo lo dicono apertamente anche i citati RT e “Sputnik International” attraverso interviste ad autorevoli esperti militari russi. Tra essi il capo delle “Forze Strategiche” il generale Kartopolov. Chi fosse interessato è bene se le vada a leggere (Sputnik International, articolo del 16/04/2015). 5) Altro segnale per me assolutamente significativo è la “quasi scomparsa”, dalle prime pagine dei media occidentali, dei due leader europei, o bene o male,dialoganti. Parlo di Merkel e Hollande. La cosa è ovvia se si pensa che, come ho già detto, da Washington hanno decretato che l’”accordo di Minsk è morto”. I due ne erano stati i promotori con Putin. Ma questa scomparsa è ugualmente significativa. Ora il palcoscenico è tenuto tutto da Cameron, Bildt (Svezia) polacchi e baltici. Nonché ovviamente dagli ucraini. Cioè da paesi che vogliono fortissimamente lo scontro. Non avendo altre alternative. 6) Quanto alla Grecia pochi hanno fatto caso al fatto che è stata portata su a un centimetro dal default, ma la decisione finale è rimandata a giugno. Perché? Semplice. Tra poche settimane l’EU dovrà decidere sul prolungamento e inasprimento delle sanzioni a Mosca volute da Washington. La Grecia era l’unico paese che (sicuramente) aveva anticipato il no. Volete vedere che fra un mese ci ripenserà? 7) Tralascio fatti altrettanto importanti ma che ho già trattato o allungherebbero troppo l’analisi. Parlo dell’uccisione sistematica dei giornalisti e politici russofoni (ultimi Olga Moroz e Oles Buzina) nel giro di 24 ore in Ucraina e dell’impressionante serie di incidenti aerei a esponenti “critici” occidentali (sia “politici” che imprenditoriali, ricordate Cristophe de Margerie della Total?) ultimo ieri il Presidente serbo Nikolic salvo per miracolo e aerei che cadono per motivi strani “scoperti” dopo (Germanwings docet). 8) Il quadro che faccio deriva anche dall’analisi di quello che sta succedendo là nella capitale del’”Impero del Bene” cioè Washington. Obama non è più un’anatra zoppa bensì un’anatra morta. In politica estera è stato praticamente esautorato da una maggioranza del Congresso (Democratici clintoniani più Repubblicani estremisti) che sono tanto russofobi quanto bellicisti. Obama è l’unico forse che non vuole la guerra e, sempre forse, cercherà di evitarla spingendo ancor più però sulle sanzioni economiche. Ma dopo la sua scadenza, chiunque vinca, nel novembre 2016, vi sarà un Presidente USA bellicista, come è facile capire peraltro ascoltando “Fox” “CNN” e tutto il mainstream americano. Cui fanno eco speranzosi i soliti media polacchi baltici inglesi ecc.ecc. Ecco perché, caro Lugaresi, sono convinto (e non da oggi) che “qualcosa” stia per accadere. Solo che, oggi, lo vedo più vicino. Con stima.
Il Cancelliere