giovedì 23 aprile 2015

Il Ponte di Santini

La chiusura del Ponte di Tiberio è una richiesta quarantennale della Sovrintendenza. Capisco gli applausi dell'amico Santini che smette di vedere sfrecciare auto e motorini sull'uscio di casa, ma come la puoi "pensare" senza una soluzione anche emergenziale? Magari un altro ponte ..Bailey miracolato per merito dei grillini, ma spacciato per un'impresa gnassiana. Fatelo fare ad un margheritino viene meglio. Non hanno nemmeno il coraggio delle loro azioni: la cacciata degli ambulanti è un atto propedeutico alla chiusura. Il Borgo S.Giuliano diventa, Nud e Crud, una stazione di testa, usando termini ferroviari. I cittadini si devono fermare obbligatoriamente, parcheggiare, attraversare a piedi o cenare in loco. Il commercio riminese è stravolto non solo dalla crisi ma da una strategia che si vergognano a pubblicizzare.Tanti piccoli interventi per coronare un imput che non è (solo) di Palazzo Garampi. Mentre nelle altre città i centri storici sono aiutati, vezzeggiati, curati, sponsorizzati, il nostro nel suo chilometro quadrato viene demolito dagli artificieri della grande distribuzione. La stessa cultura riminese vive all'interno di questo cerchio magico, convinti che possa essere il restauro di qualche edificio a ridare forza alla città. Quando si parla di turismo oggi si guarda il meteo. Ha vinto il partito o movimento dell'ipocrisia. Siamo entrati in un circolo vizioso per cui quello che si fa anche con buone intenzioni si rivolge contro gli interessi dei cittadini. L'intero comparto immobiliare turistico è sul mercato, se ci fosse. Ma le notizie erano tutte sulla chiusura del Birrodromo. Ubaldi ha avuto fortuna a non essere eletto, se la cava con un trafiletto, piccolo, piccolo, così del..Carlino. Personalmente diffido dei personaggi che proponendosi come rappresentanti dei cittadini dichiarano di avere ricette miracolose. Il lavoro deve essere riportato al centro delle attenzioni. A Rimini significa soprattutto turismo balneare. Troppi Otelma si sono occupati della destagionalizzazione. E' arrivata la recessione e siamo fuori mercato. Abbiamo investito un miliardo (a debito) per opere inutili nella loro insensata grandezza e stupidità progettuale. Ci stiamo accanendo per resuscitare anche con un "bocca a bocca" un Aeroporto che fotografa la città. Hanno promesso mille aerei in una stagione, il minimo sindacale per non avere ancora i sigilli. Il problema è trovare i passeggeri. La clientela russa è sparita grazie alla politica estera supina e codina dei nostri governi, non solo Renzi. Fiera e Palas che dovevano rappresentare i poli attrattivi si sostengono malamente a vicenda in un precarissimo equilibrio finanziario. Il Trc è degna corona in questo quadro da incubo.