venerdì 10 aprile 2015

Peggio el tacòn del buso

“Vissi a Roma … al tempo delli dei falsi e bugiardi”; Inferno I 71-72. Come ci ricordava il caro e colto amico Cesare Vercesi, gli estoni fino al 1800 inoltrato non avevano nemmeno una lingua scritta. Sarà forse per questo che le smentite/precisazioni dell’ambasciata estone a Roma, sulle frasi offensive e infamanti attribuite al loro Presidente dal “Times” di Londra, appaiono insieme false e patetiche. Nella sostanza l’Ambasciata estone a Roma dice che le frasi riportate dal Times sugli “utili idioti” italiani, greci, ecc.ecc. non sono del Presidente Toomas Ilves bensì una “propria assunzione” (detto in lingua italiana: “interpretazione”) del giornalista del Times e tutto questo sarebbe da leggere nel “complesso” delle relazioni europee (???). Evidentemente ci prendono davvero per dei cretini e vogliono ribadirlo. Gli inglesi svagati e un po’ distratti appartengono alla grande letteratura inglese (Jerome, Wilde, Gissing, Chesterton e tanti altri) ma questi gentleman simpatici e un po’ sopra le nuvole non hanno niente a che vedere con gli “squali” di Rupert Murdoch editore del “Times”. Essi sono quasi sempre di passaporto americano o australiano come il loro Boss e, pagatissimi, hanno fiuto da vendere e veleno da serpenti a sonagli. Quindi gli “squali” di Murdoch ci vedono e sentono benissimo e non si distraggono mai né fraintendono come i vecchi gentleman inglesi. Per concludere: in questo quadro la precisazione/smentita dell’Ambasciata estone sulle frasi offensive contro l’Italia (e gli altri “utili idioti di Putin”) fanno semplicemente ridere. Se non fosse che fanno incazzare gli italiani “normali” (escludiamo pertanto il mainstream del Belpaese che, per contratto, non vede, non sente, non parla). Confermano che ci considerano proprio degli idioti e quindi ci rammentano il vecchio proverbio veneto: “peso el tacòn del buso”, cioè “peggio la toppa del buco”. 
 Woland
P.S.
Nella foto, tipico giornalista della catena Murdhoc in abito da lavoro