lunedì 8 luglio 2013

Busta Paga

Sei mesi fa l'Italia secondo quelli che non indovinano mai una previsione era completamente innamorata di Matteo Renzi. Con lui il Pd avrebbe di sicuro vinto le elezioni o forse le avrebbe perse meno. Oggi e domani, rappresenta però solo uno sbruciacchiato personaggio reo di avere disperso per troppo tatticismo democristiano l'attimo fuggente politico. L'idea della rottamazione era stata esplosiva, aveva colpito il dinosauro inventato dal sempre perdente Veltroni,  regalando alcuni risultati apparentemente importanti. D'Alema non ha partecipato alle elezioni ma gli hanno regalato una Agenzia Investigativa di prim'ordine, nelle sue mani diventa un Ikarus di veline e notizie riservate. Renzi ha fatto e strafatto, parlando molte volte ragionevolmente, altre molto meno, con frequentazioni che non sono sempre state adamantine. Fanno le pugnette a Casaleggio e Grillo per le loro società, tra i finanziatori di Matteo c'è il gotha dei fondi caymanesi. Su queste fondazioni non indagherà mai nessuno, per sostenere l'assoluta indipendenza della magistratura. Ma alla fine, per la maggioranza degli italiani Renzi è la promessa di un cambio di passo, di una rottura, di una reale diversità, una ventata di aria fresca.... la cancelliamo non vogliamo portare sfiga a Matteo usando una comica espressione di Gnassi. Nel bailamme del pidi attuale si stanno consumando decine di tresche personali e correntizie, un continuo rimescolamento di posizioni, tutte legate al potere adesso in mano al partito amante del pidielle. Le uniche novità arrivano da compagni chiamati turchi, civatiani o barcaioli. Alla fine si metteranno tutti assieme disgustosamente per affondare il tenero rottamatore di se stesso. E si continuerà così, noi con Gnassi la chiudiamo vero?