mercoledì 9 luglio 2014

Il Cancelliere: almeno una risposta

Anche il secondo articolo del Cancelliere, quello di domenica scorsa, ha suscitato un notevolissimo interesse tra i nostri lettori. Evidentemente li stiamo abituando a non guardare solo alla nostra triste realtà di ex capitale del turismo. L’interesse si è tradotto in una serie di domande al nostro amico e consulente che, purtroppo, dati i suoi impegni e la qualità dei suoi articoli, non può però rispondere a tutto. Tra i tantissimi quesiti che gli sono arrivati dai nostri lettori ha fatto una cernita e dato alcune risposte. Vi trascriviamo la più significativa. 
Caro Lugaresi tra le molte domande di chiarimento che mi hai inviato una delle più significative riguarda la singolare passività (vera o apparente) di Putin o, più esattamente della Federazione Russa, rispetto agli eccidi che avvengono nell’Ucraina del sud-est a danno dei russofoni. Vengono date le spiegazioni più fantasiose, alcune delle quali con un fondo di verità, altre del tutto falsate. Tuttavia su questo aspetto non c’è bisogno di fare lavorare troppo la fantasia. Basta fare parlare le fonti ufficiali o almeno ufficiose della Federazione russa. Le quali apertamente ammettono un particolare imbarazzante, ma non di meno ben conosciuto dagli esperti. Che certamente conoscono alla perfezione tanto gli americani quanto gli europei e gli ucraini. Questo “particolare” è che molta parte della componentistica delle armi russe (quelle cioè in dotazione all’Armata) è di produzione “estera”, e, purtroppo, quasi sempre ucraina. Questo vale, sia per elementi sofisticati quali, ad esempio, i motori degli elicotteri, che per piccoli elementi apparentemente insignificanti come guarnizioni e fusibili. Tuttavia quando si tratta di far funzionare un carro armato o lanciare un missile anche la guarnizione da due rubli è fondamentale. Come ben sanno gli esperti militari. Quello che stiamo dicendo non ha nulla di misterioso o segreto menche meno calunnioso. La stampa russa ne parla apertamente. Un articolo su questo argomento, se ricordo bene, è comparso su Russia Oggi, versione online, già in gennaio/febbraio e lo stesso è avvenuto su “La Voce della Russia” di un paio di giorni fa. Questo articolo era corredato da una dura presa di posizione del Presidente Putin su questa grave carenza del sistema militare russo. Per non farla troppo lunga quindi ai critici della “passività” della Federazione, va ricordato che essa è, almeno in parte, derivante da certe scelte quanto meno discutibili, per uno stato sovrano, quale la dipendenza da altri paesi (ora diventati nemici feroci) per la componentistica militare. Una dipendenza molto pericolosa quando, specialmente, l’avversario “vero” (cioè gli USA) è deciso a eliminarti. Naturalmente, questo aspetto che ti ho sottolineato, non esaurisce la complessità di un problema quale quello russo-ucraino e della sostanziale aggressione portata “a freddo” da USA e UE contro Mosca con il “golpe” del 22 febbraio. Va ricordato però che, in vari discorsi, recenti e meno recenti, lo stesso Putin ha sottolineato che, aldilà delle parole, tra Occidente e Russia è in atto qualcosa di molto di più di una guerra fredda. Se è così occorre che le azioni della Federazione, specie per ciò che riguarda la sicurezza militare, siano conseguenti e non solo affermazioni. Anche perché ritengo che al massimo entro un paio d’anni la stessa Federazione dovrà arrivare, pur, magari, non volendolo, ad uno shutdown molto duro a Occidente ove, come tu caro Lugaresi ben sai, ho sempre affermato che “vi sono solo nemici”. Compresa la nostra Mogherini che, prima di volare a Mosca, è scesa a prendere ordini a Kiev direttamente da Julija Tymosenko. Con stima.
 Il Cancelliere.

P.S.
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