lunedì 7 luglio 2014

Spiaggia Libera

Succede, almeno a me succede, di voler passare una mezz'oretta in spiaggia. Trenta minuti di sole, magari in riva al mare, senza affittare un lettino e, magari, senza frantumarmi i testicoli con il risveglio muscolare di quattro sgallettate al ritmo di “ciapa la galeina”. Per tale esigenza, ma anche per l’esigenza di chi il lettino non lo vuol pagare tutta la giornata, ci sarebbe la spiaggia libera. Il condizionale è d’obbligo perché la spiaggia libera è occupata. Da chi? Un po’ da chiunque. La riva è interdetta da tre file di Vu’cumprà con il loro negozi pieghevoli, neanche a discuterci con senegalesi di due metri. Tornando sui tuoi passi forse puoi trovare un po’ di spazio tra i cadaveri delle deflagrazioni alcoliche della Notte Rosa. A questo punto rimarrebbe solo da rilassarsi, ma non si può perché, anche se ti trovi a buona distanza dal tecno-liscio del risveglio muscolare, non puoi scappare alle cover peruviane delle più famose canzoni italiane e ai simpatici venditori di radioline che si incrociano sulla tua posizione con mazzi di altoparlanti, tutti accessi e tutti sintonizzati ad alto volume su qualcosa di diverso. Dopo quindici minuti della tua mezz'ora cominci a guardare male l’uomo salsicciotto. Muscolo morbido, soprattutto sul ventre, scuro come un wurstel e unto come un carciofo sottolio. La sua tranquillità e l’olezzo del suo abbronzante alla carota ti penetrano direttamente nei sentimenti instillando dentro te pensieri di omicidio. Perché riesci a stare così tranquillo uomo salsiccia? Sei tu la mente che si nasconde dietro questa bolgia? Ho seriamente considerato che l'uomo salsiccia sia in realtà uno di quei bambini tedeschi, che pubblifono diceva di aver trovato, ma che mai nessuno ha reclamato. Probabilmente sarà stato allevato dai bagnini per rendere invivibili le spiagge libere. Al ventesimo minuto capisci quanto sia meglio non arrivare alla mezz'ora che ti eri prefissato, raccogli le tue cose e te ne vai. Lasciando con un sospiro di sollievo il girone infernale cancelli dalla tua lista delle incombenze la mezzora di spiaggia e ti rendi conto che per tutto il giorno ti suonerà nella testa “L’italiano” di Toto Cotugno suonato con il flauto di pan. Basta non fischiettarlo e prima di sera passa.
 P.S. Chissà se quando Lu Colombo, negli anni ’80, cantava “Rimini mi sembra l’Africa” aveva avuto una premonizione.
Il Pungiglione di
davide cardone