giovedì 18 giugno 2015

Le Chiavi del Regno 3 ( Il Governo Khodorkovski)

I recenti articoli di Woland e del Cancelliere hanno scatenato una discreta e civilissima discussione soprattutto sul sito “Help Novorossija” E’ necessario fare qualche precisazione per chiarire meglio il pensiero, specialmente del Cancelliere : nell’articolo il fine non è di stabilire chi è il “più forte” o il “meno forte”. Si tratta di argomenti altamente opinabili, specie in campo militare. Anche per lui che è un esperto. Il tema vero che l’autore propone, è quale sia l’effettivo obiettivo dell’abnorme concentrazione di forze Nato nei Paesi Baltici specialmente in Lettonia. A questa domanda, basandosi fondamentalmente sui media statunitensi, risponde che probabilmente (anzi sicuramente per lui) l’obiettivo è San Pietroburgo. Ciò in quanto permetterebbe agli Stati Uniti di realizzare l’unica strategia possibile per “chiudere” il dossier “Federazione Russa”. Attraverso l’installazione nell’ex capitale del “nuovo governo democratico e riconosciuto” sia da U.S.A. che da Unione Europea. Quel che succederà dopo a Washington e agli “illuminati” che governano l’Europa non interessa nulla. L’importante è che si precipiti nel caos. Infatti la storia ci insegna che mai gli Stati Uniti hanno agito ai fini dell’occupazione pura e semplice di un Paese, (anche di dimensioni nemmeno lontanamente paragonabili alla Federazione), senza aver “pronto” un “governo legittimo” alternativo a quello in carica. Su questa linea si muove anche l’area vassalla della UE. Ciò è tanto vero che il Governo ombra che potremmo, senza tanti dubbi, chiamare Khodorkovski è talmente pronto non solo da essere apertamente citato da alcuni suoi autorevoli membri (Guriev) ma da essere apertamente sponsorizzato dai media d’oltre Atlantico. Quindi l’interpretazione proposta nell’articolo “Le chiavi del Regno” è questa, e su questa bisognerebbe discutere. Fermo restando la legittimità di ogni altra opinione. Va detto che a dar ragione al Cancelliere sono avvenuti ieri e oggi due fatti di un certo rilievo: una ripresa in grande stile nei Paesi Scandinavi (Karl Bildt) della personale guerra contro la Chiesa Ortodossa, vista come “longa manus” della Russia, oltrechè come “organizzazione fondamentalista” tipo ISIS (!!!). Guerra iniziata circa un anno fa con una serie di articoli sulla stampa svedese. Non a caso ripresa ieri in grande stile. Oggi poi si aggiunge il pignoramento di beni russi, (guarda caso anche qui, compresi quelli della Chiesa Ortodossa) fino alla cifra tendenziale di 50 miliardi di Dollari, cominciato in Belgio per rifondere proprio Khodorkovski per l’affare Yukos. Segnali che indirettamente fanno pensare che il baricentro della guerra si sposti a Nord e che dietro vi sia un governo provvisorio di cui i vari Lebedev, Guriev, Navalny, ecc. ecc. saranno il “gabinetto” del primo Ministro scelto a Washington e cioè il pluricitato Khodorkovski. Così avvenne per Chalabi in Iraq, per gli esponenti di Al Nusra in Siria, per Karzai in Afghanistan, ecc. ecc. Le premesse delle guerre americane sono sicuramente discutibili, la loro forza sul campo da saggiare, tuttavia da un punto di vista della preparazione politica sono quasi sempre piani apparentemente ineccepibili. Che poi non riescano è un altro discorso. 

Behemot