sabato 13 giugno 2015

Per molto meno cadde Sagunto

Per molto meno cadde Sagunto... Nella mattinata di ieri ha cominciato a diffondersi, nel web, un lungo articolo della rete “Al Arabiya” (proprietà saudita-americana) circa un “accordo” USA-Russia che, se fosse vero (se cioè non fosse un’opera abile di disinformazione per gettare scompiglio nelle file nemiche) non si potrebbe che definire “storico”. Secondo l’emittente delle petrolmonarchie l’”accordo” sarebbe su due tavoli: Medio Oriente e Ucraina. Va detto che le versioni circolanti sul web non coincidono perfettamente ma solo nei tratti essenziali. Veniamo al dunque. Per quanto riguarda il Medio Oriente, la Russia “abbandonerebbe” Assad e la Siria alla coalizione sunnita più ISIS garantendo l’esilio (cioè la vita) al Presidente e alla sua famiglia. Verrebbero garantite dagli USA e dalle petrolmonarchie le vite di sciiti, alawiti e cristiani. In cambio alla Russia resterebbe garantito l’”uso” del porto di Tartus, “unico approdo”, precisa Al Arabiya, della flotta russa nel Mediterraneo. Per quello che riguarda l’Ucraina l’accordo “negoziato” con gli USA prevederebbe il ritorno delle provincie “ribelli” al governo di Kiev con “speciali garanzie” per i russofoni specie per l’uso della lingua ora, almeno ufficialmente, vietata. l’Ucraina potrebbe entrare nella NATO, ma senza spiegamento di missili contro il territorio russo e con “autonomie” per le zone, a questo punto “ex ribelli”, ai cui capi sarebbe consentito, come ad Assad, l’esilio in Russia. Fin qui, molto in sintesi, quello che sarebbe previsto nel “maxi-accordo” USA/Russia. Per Al-Arabiya restano degli interrogativi su alcuni aspetti. In un quadro simile è ovvio che, almeno, la Russia dovrebbe ottenere il “sollevamento” delle sanzioni economiche attuali e future minacciate da Obama. Nulla è detto da “Al Arabiya”sul rapporto con l’Iran. Ma è ovvio che esso dovrebbe cessare e Teheran dovrebbe vedersela da sola con la supercoalizione USA/petrolmonarchie/Israele. Detta così sembrerebbe assurda se non ci fossero due particolari ben precisi. Il primo “l’accordo” sarebbe stato negoziato da Vladislav Surkov che insieme all’ex Ministro della Difesa Serdjukov (quello delle Mistral...) rappresentava fino a poco tempo fa “l’ala occidentalista” del governo Putin. Altro particolare (che agli esperti non sfugge...) è la polemica iniziata da diversi giorni da alcuni siti “semiufficiali” russi contro i “militaristi” del Donbass (Strelkov vivo, Mozgovoy morto). E’ presto per trarre conclusioni, ma se fosse vero, l’”accordo” avrebbe molti significati. il primo: chi sottoscrive un accordo del genere ha le mani legate e una pistola puntata alla tempia. Escludendo che si tratti delle sanzioni economiche può solo essere che il PGS (più ABM terrestre e navale) è molto più avanti ed efficace di quanto tutti (noi compresi) avessimo immaginato. Il secondo: un accordo del genere fa sembrare, ad esempio, Brest-Litovsk un buon affare (se non altro Lenin poteva sperare nella Rivoluzione Mondiale...). Occorrerà smetterla poi di prendere per i fondelli Gorbaciov che, al confronto, aveva almeno l’attenuante della “prima volta”. Terzo: è difficile pensare che, ottenuto un risultato del genere, gli USA si fermino e lascino la Russia, pur scornata ma indipendente a dormire nel suo angolino e vivere ricca e tranquilla vendendo gas e petrolio. Quindi ci deve essere qualcosa e qualcuno che sa molto di più di quel che ci viene detto. Comunque una cosa è chiara: se fosse vero la metà di quello che scrive “Al Arabiya” (e non fosse solo disinformazione pre guerra) bisogna ricordare che, per molto meno, è caduta Sagunto. 

 B.