venerdì 19 febbraio 2016

Il Parco delle Acque

Negli anni 70/80 quando non si sapeva come uscire, si usava il magico termine "Area Polifunzionale". Talmente inflazionato che non viene usato più da nessuno. Oggi i fighetti dell'urbanistica si rifugiano nel Venture o Parco. Password che permettono, quando va bene, una macelleria di mattoni misti a erbetta, laghetti, vialetti pitturati e legno per tutti. L'orgasmo arriva con una cascata o zampillo d'acqua, in cui puoi rispecchiare i tre/quattro ristoranti borghigiani rimasti. Il rendering ermetiano sostituisce le brutte tavole di una volta che ti costringevano negli affollati quartieri a penose contorsioni per vedere qualcosa. L'ultimo in ordine di tempo, si chiama PARCO DELLE ACQUE. Quelle della pazienza, spero si stiano "rompendo" ai cittadini riminesi fecondati dai giornali. Stiamo parlando di quel pezzo della Città particolarmente attenzionato da Gnassi e da Grassi.. Ennio. Va dal Ponte della Resistenza a quello millenario ribattezzato Andrea. Storici, ambientalisti e Marco Fonti, l'ultimo genio a 5 stelle, hanno intuito che il male della Città è una pontile resistenza a pelo d'acqua. I tanti discorsini da 5 euro che ho letto li avrebbero partoriti se non ci fosse il ponte? A nessuno verrebbe in mente di togliere alla portualità quattrocento metri di banchina. Visto che le altezze degli altri due impongono un uso "mirato" dello specchio acqueo. Io vorrei che il canale tornasse porto, riconoscendo un'identità non marginale per la nostra città. In termini provocatori se spostiamo una strada o eliminiamo un parcheggio per dare luce a due sassi "storici", vogliamo eliminare un Porto per dare ragione commerciale al fenomeno al comando? Mi piacerebbe conoscere anche il parere dei tanti esperti pronti a fare barricate per il com'era e dov'era. La soluzione del trasferimento del ponte, è scritta nel Piano della Mobilità, (merita articolo), rimasto chiuso in un cassetto come opera di persone non gradite. Tornando all'Acqua del Parco sindacale, una passeggiata in banchina ammirando le barche da diporto, è cosa apprezzabile e gradita. Organizzare gli ormeggi è di facile soluzione, lasciamo però i "giusti" spazi all'ex Ponte di Tiberio con i suoi meravigliosi muraglioni. Evitiamo l'effetto Gardaland. Ho l'impressione che questa volta il Sindaco abbia esagerato nella protezione gastronomica.