mercoledì 24 febbraio 2016

Parco o Pacco

L’avvicinarsi delle elezioni è, da sempre, un ottimo comburente per accendere i temi caldi di una qualsiasi città. Rimini non è da meno e con i suoi “non fatti e misfatti” si presta sicuramente a scaldare gli animi dei cittadini. Uno degli argomenti in discussione è tornato ad essere il lungomare di Rimini con “Il Parco del Mare” ribattezzato anche “il pacco del mare”. Alla scadenza dei termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse, sembrano siano state depositate circa 200/250 domande. Al momento è prematura una qualsiasi valutazione positiva o negativa in ordine al numero di tali pratiche. Duecento, duecentocinquanta pratiche possono essere molte, se riferite ad interventi di più soggetti economici, ovvero, possono essere poche se rapportate alle numerose attività economiche presenti o con interessi sull’intero lungomare (solo gli stabilimenti balneari sono circa 150 nella zona interessata). Il progetto del “Parco del Mare” fonda il suo obiettivo sulla volontà di rigenerare una parte fondamentale del prodotto turistico riminese (VERA NECESSITA’ PRIMARIA) con l’invenzione del “Sea Wellness” che, attualizza il concetto di benessere. Tra le funzioni a cui i proponenti potevano pensare, e creare progetti, sono stati indicati i ristoranti, le palestre, le aree benessere, i pubblici esercizi, le attività commerciali, gli attrattori culturali, i parcheggi e depositi interrati. Ora, a termini scaduti, una apposita commissione sarà chiamata ad analizzare le singole proposte depositate. Oggi, in attesa di conoscere i risultati e la qualità delle proposte, possiamo solamente immaginarci alcune domande. La prima curiosità è certamente quella di conoscere se l’intero lungomare ha destato l’interesse di tutti quelli che potenzialmente avevano la possibilità di presentare una istanza. Immaginando e dando per scontato che nessuna zona sia rimasta esclusa da proposte progettuali. L’ipotesi che su alcune aree del lungomare vi possa essere stato un interesse coincidente da parte di più operatori economici (più manifestazioni di interesse sulla stessa area) potrebbe essere, da un lato, una condizione positiva ma, dall’altro, potrebbe essere occasione per la nascita di forti contrasti tra operatori. Non molto rallegrante sarebbe anche il caso in cui su alcune aree del lungomare, nessun soggetto economico possa avere avuto un interesse a presentare una istanza per un intervento progettuale, con la filosofia ispirata dall’Amministrazione Comunale. Interessante sarà valutare la concreta capacità di integrare le proposte progettuali riferite ad ambiti territoriali confinanti, od anche, come completare eventuali “buchi” per assenza di proposte. Si dovrà assolutamente verificare se l’idea progettuale proposta ha mantenuto, ed eventualmente rafforzato, la visione del “Sea Wellness” per il turismo dell’intera città e non per la singola attività proponente. Da un punto di vista professionale mi incuriosiscono i piani economici proposti. Condizioni come: l’assenza di un qualsiasi elemento economico di riferimento, tenuto conto, che ciascun progetto è stato ovviamente sviluppato senza conoscere in quale realtà vicina si sarebbe poi collocato (immaginiamo la difficoltà di quantificare le entrate di un ristorante che potrebbe trovarsi isolato oppure circondato da altre attività similari), la difficoltà di quantificare altri oneri come la tassazione locale e fiscale e le opere di manutenzione future, sono situazioni che devono avere messo a dura prova i tecnici coinvolti. La non congruità e la non coerenza economica di un intervento può mettere a rischio l’intera proposta progettuale che, nell’idea dell’Amministrazione, doveva invece cambiare l’immagine turistica alla città. Quindi da Parco a Pacco.
Fabio Lisi