venerdì 12 febbraio 2016

La Chiusura dell'Ausa

A cavallo degli anni 60/70 furono chiusi tutti gli sfioratori a mare, gli unici rimasti a cielo aperto furono quelli dell'Ausa e la Fossa dei Molini, che ha permesso però la
nascita del Circolo Nautico di Viserba, il più perseguitato, sanzionato e demolito d'Italia. Siamo arrivati alla contestazione dei centimetri. Il motivo di questa scelta non fu politica, ma tecnica, in quanto era necessario procedere ad una continua e perfetta manutenzione, cosa impossibile con uno scatolare. Proposi più volte di collocarne uno che andasse oltre il livello di spiaggia, allo scopo di avere un'altezza interna in grado di ospitare i mezzi meccanici, mettendo sulle due pareti laterali delle pannellature mobili da rimuovere agevolmente per il deflusso dell'acqua inquinata. Una soluzione che permetteva, con l'innalzamento dello scatolare, anche il collegamento con il lungomare, per creare una passeggiata e raggiungere direttamente il mare. Su queste proposte ebbi sempre dei niet secchi da parte di tutti i tecnici (ci sono ancora). La motivazione era: per un pò di puzza non possiamo mettere a repentaglio la vita dei cittadini. Volendola spiegare nei dettagli ed in termini "tecnici", il letto dell'Ausa nel suo percorso si snoda ad una profondità più bassa, quindi il fondo in c.a. dello scolmatore finale è stato posto ad una quota inferiore. E' però causa di continui insabbiamenti e pulizie annuali con costi notevoli come (non avviene più) per gli sfigati gemelli di merda e di Viserba. Occorre intervenire nel modo più rapido possibile per l'eliminazione di questo tappo, che diminuendo la portata del torrente, può provocare inondazioni nelle parti della città e del forese poste a quote più basse. Fatta questa premessa, visto che si parla solo di estetica, sulla quale siamo d'accordo con Giordano e Ulisse, non fosse altro per eliminare la puzza, mi chiedo se "tutti gli uffici" abbiano cambiato idea oppure nel "nome" di Hera, siano scomparse le perplessità. Prima che succeda l'irreparabile con i soliti "scarica barile" delle responsabilità (Genova insegna) chiedo a chi competa approfondire la questione. Se la risposta risiede nelle vasche di stoccaggio, occorre una relazione firmata da "altri" tecnici che attestino l'idoneità dell'intero sistema, compresi gli aspetti specifici dell'Ausa, sia come importante torrente naturale che per la sua particolare conformazione orografica.