giovedì 11 febbraio 2016

Ripescato

Ho ripescato nell'immenso archivio di SalvaRimini un vecchio articolo in cui proponevo la Storia del Trc, dividendola, per comodità e complessità della vicenda in due parti. Pochi sanno ed ancor meno ricordano, soprattutto nel Pd, che la storia dell'opera più inutile ma costosa, prima del Palas, è iniziata nel 1992. Siamo nell'era Chicchi, come per la stragrande maggioranza delle grandi opere realizzate sempre con Varianti ad hoc et nunc. Cito ad esempio la Fiera (sbagliata) o la Darsena per la quale fece anche un Piano Regolatore (sbagliato) per S.Giuliano. Tornando al Trc delle..perizie e della Tosi, il sindaco è rimasta un solitario avversario, con la sparizione di tutti i grillini, non solo di Riccione. In realtà non si è mai capito con chi stessero, perdendo (anche) per questo. Nella cordata riminese "autocertificata", dopo l'abbandono di Camporesi sono cessate manifestazioni e interrogazioni, con grande giubilo di Walter Moretti del comitato No Trc. Insomma per non farla lunga, vi ripropongo l'articolo che assume alla luce dei nuovi avvenimenti una interessante visione comico-politica-giudiziaria.

La storia del TRC Parte Prima
Iniziata, come tutte le patacate riminesi, molto tempo fa. Sindaco Chicchi. Siamo nel 1992, stava sperimentando il cattocomunismo. Riuscito poi, molto bene, senza problemi di natura etica. Il 7/4/92 la Regione E.R, sottoscrive la convenzione con la Ditta Bonifica, Gruppo IRI, per lo studio di fattibilità del Sistema Trasporto Costiero per il tragitto Rimini-Cattolica. Detto studio veniva diviso in due tratte, quella citata e l’altra, Rimini-Ravenna. La prima tratta costava 200 mld, la seconda 1016, la tratta Rimini-Riccione 100. Il 15/6/92, dopo che la precedente Amministrazione era stata messa in minoranza, si costituisce il primo governo locale cattocomunista, in Italia. Il Sindaco Chicchi, senza perdere tempo, presenta in Consiglio Comunale il progetto, facendo presente che il termine per la presentazione delle domande, al fine di accedere al finanziamento statale, scadeva il 10/7/92. In dieci giorni fu stipulato l’accordo tra Comune di Rimini e Riccione per la realizzazione dell’opera. Guinness dei primati. Nella presentazione dell’opera al Grand’Hotel di Rimini, i costi lievitavano a 160/220 mld, così ripartiti: Riccione ¼ del costo, Rimini ¾, la Regione finanziava per 14 mld. Concludendo questa primitiva fase, nel 1996 l’opera si poteva quantificare in 300 mld, costo d’esercizio 25. Riccione si accollava un debito di 58 mld, Rimini172, al netto dei finanziamenti regionali e statali. Sempre in quell’anno, partono le lettere per l’esproprio dei beni immobili per la realizzazione del TRC nella tratta Rimini-Riccione. Tale opera viene realizzata a fianco della linea ferroviaria lato monte. Il metrò ha necessita nei tratti a via unica di una larghezza di 4,70 mt, alla quale va aggiunta la distanza dalle rotaie del treno, per non sentire lo spostamento d’aria al momento dell’incrocio. Al progettista Ing Di Napoli viene attribuito un compenso di 120 milioni annui, la Ditta Bonifica viene liquidata con 500. Questa prima parte della storia, si conclude con un fallimento generale, senza colpevoli politici ed amministrativi. I personaggi di allora sono ancora presenti nelle loro Presidenze. Non si conclude la parte espropriativa, non si completa l’appalto dei lavori. Le quattro imprese invitate non presentano offerte per carenze tecniche del progetto appaltato. Costo per la collettività circa 10 mld. Non si è mai indagato su questo. Ma sulla perizia da poche centinaia di euro..si.