venerdì 20 settembre 2013

Centri dell'Impiego

I centri per l’impiego, simbolo di una pubblica amministrazione da riformare. L’assalto dei lavoratori stagionali ai Centri per l’Impiego per richiedere le indennità di disoccupazione si presenta come l’ennesimo caso che testimonia di un Paese in mezzo al guado. Le lunghe file, i disservizi e le conseguenti tensioni patite dai lavoratori in attesa, compresi i dipendenti degli stessi Centri per l’Impiego, sono un fatto che ci rattrista e al tempo stesso induce ad alcune riflessioni. Anzitutto preme sottolineare che la Riforma del Lavoro che prende nome dall’ex Ministro Fornero, su cui si possono avere varie opinioni a seconda dei diversi orientamenti, ha fissato dei paletti il cui fine ultimo è, in estrema sintesi, da un lato, la limitazione dell’uso spropositato della flessibilità da parte delle aziende e da un altro la razionalizzazione degli ammortizzatori, la cui causa principale è notoriamente dovuta alla drammatica scarsità di risorse pubbliche. E’ ben vero ciò che l’Assessore provinciale Soldati sottolinea, cioè che la legge presenta numerosi vuoti che non aiutano nella sua applicazione; a questo fatto si associa inoltre l’incertezza sul ruolo, le competenze e le relative risorse a disposizione delle amministrazioni provinciali per affrontare le conseguenze pratiche della Riforma del Lavoro. La impellente necessità di profonde Riforme della pubblica amministrazione volte a modernizzare il nostro Paese è sicuramente la priorità, per non dire la pre-condizione, per dare una sterzata ed aiutare anche le Imprese a rimettere in modo l’economia italiana. Siamo convinti del fatto che se il Governo Monti avesse potuto portare a compimento molte delle Riforme messe in campo, compresa quella del taglio delle province, i cittadini avrebbero avuto maggiori benefici rispetto alla situazione attuale in cui ci ritroviamo a dover subire l’immobilismo e le asperità frutto di un perenne conflitto politico bipolare che non affronta alcun problema reale che riguarda la vita quotidiana degli italiani. Tornando alla questione dei centri per l’impiego, ci preme evidenziare che, proprio perché gli effetti e le implicazioni dell’entrata in vigore della cosiddetta nuova “Mini Aspi” erano previsti, si sarebbe potuta organizzare una comunicazione preventiva nei confronti dei lavoratori, in modo tale da limitare gli effetti del previsto assalto agli uffici dei Centri per l’impiego. A titolo puramente esemplificativo, per prevenire almeno parzialmente i disagi occorsi, avrebbe potuto rendersi utile una conferenza dei servizi promossa dalla provincia con le altre amministrazioni interessate, in particolare attraverso l’intervento del prefetto, in modo da evidenziare anticipatamente la complessità, dandone quindi pubblica e massima evidenza. In ogni caso, non ci interessa assolutamente aggiungere polemiche su un tema che tocca migliaia di persone, ma proprio perché ci preme che il rapporto tra amministrazione pubblica e cittadini possa essere il più possibile trasparente e fluido, auspichiamo che questo fatto resti isolato e venga quanto prima risolto nel modo più opportuno, nell’interesse della pace sociale del nostro territorio. 
 Luigi Bonadonna Alessandro Rapone 
 (Scelta Civica Provincia di Rimini