lunedì 16 settembre 2013

Compagni Addio

Gira sul web una stupenda vignetta di Gnassi. A tavola con forchetta e coltello gusta un pesce molto simile ad un delfino genovese, mentre recita la sua dichiarazione di persona disinteressata dei fatti, ma addolorata per la dipartita dei cetacei. Si avviano alla scomparsa, mesti e inconsapevoli, anche i comunisti d’Italia, i figli di Togliatti e di Gramsci, ma anche di Berlinguer. Compagni cresciuti ed allevati con il mangime dei dogmi e delle imponenti masse operaie e contadine, con gli studenti ci sono sempre state incomprensioni. Giuseppe Vacca è preoccupato, il presidente dell'Istituto Gramsci, ormai una bestemmia nei democrat, teme di morire democristiano. Può sempre iscriversi ad un Meetup. Ha scritto perfino un libro per testimoniare la sua tarda preoccupazione, in questi anni si deve essere occupato d'altro. I comunisti dove sono finiti? Tragica domanda senza risposta a meno uno non voglia alimentare la satira indicando Vendola. La sinistra rossa ha svoltato tre volte come il gallo di Pietro, prima di approdare alla democristianeria imperante nel Pd. Anche il Partito è scomparso nel Pd, gli ultimi alfieri ed eredi,  D’Alema e Veltroni sono passati da una sconfitta all'altra, da soli od in coppia con timoniere. Due uomini rappresentano il futuro democratico: Matteo Renzi ed Enrico Letta. Due democristiani. In principio fu Romano Prodi, antica pianta Dc, che per due volte portò la sinistra alla vittoria contro Silvio Berlusconi e sempre fu bersaglio, oggetto delle trame, delle gelosie, dei tradimenti di D’Alema e degli ex comunisti, forse coscienti del pericolo del tarlo democristiano che li avrebbe rosi dall’interno. La pervicace e crudele negazione di un partito che rispecchiasse la sinistra riformista e socialdemocratica europea venne sempre rigettata per il pericolo del craxismo defunto. Invece gli eredi dei Forlani, Rumor, Gava sono quanto di meglio possa esprimere l'ansia di un rinnovamento reso ansioso dal crescere del MoVimento di Grillo. Il democristiano Matteo Renzi, si è affacciato con prepotenza al balcone del potere, ha minacciato una rottamazione alla quale non credeva nemmeno lui, la prima pulizia sarebbe stata in casa, ma è bastato per combatterlo con le armi bolsceviche dell'apparato facendone un martire della democrazia. Non era meglio una corsa solitaria tra due componenti che sono sempre state alternative nella nascita, composizione e cultura fondante? Gli archivi dei giornali ed i miei personali sono zeppi di ricordi delle battute che venivano riservate ai democristiani. D'Alema era il Benigni dei Ds. Il primo governo di Prodi cadde, ovviamente, come tutti sanno, per una manovra dalemiana, il Presidente della Repubblica Prodi cadde per una manovra orchestrata sempre dalla stessa banda dei 101. Sono i rigetti di una impossibile coesione, dettata e cementata dal potere una volta molto ampio: locale, regionale e nazionale. Il risultato è che un assegnato ai servizi sociali è il leader del maggiore partito italiano se non ci fossero quei rompiballe dei grillini che vogliono anche fare vedere chi non vota per la decadenza del Caimano. Un oltraggio all'inciucio, fa bene Grasso a non permetterlo, possono sempre fare un giro sui tetti senza rumore. I democristiani sono sempre stati considerati ospiti scomodi, dopo i tre giorni dell'uso elettorale dovevano tornare nelle sagrestie o nel sindacato giudicato un paria rispetto alle verità cigielline. Ho ascoltato il discorso di Casaleggio a Cernobbio, un concetto mi ha convinto, la politica non sarà più la stessa, il web l'ha trasformata, in Italia ancora non completamente, ma negli altri paesi personaggi come Obama devono il loro successo ai social network. Tra i partiti ed il MoVimento la battaglia è in corso, con un particolare da usare con cura. Non si può delegare la costruzione di un gruppo dirigente ai twittii. Chi prende più voti a Bologna diventa onorevole a Rimini, non funziona così la democrazia diretta, questa è personale. Rimane il fatto che indietro non si torna, il nuovo ed il vecchio migliore si devono coniugare, chi lo fa con intelligenza vince ed amministra, gli altri fanno interrogazioni alle quali ..Gnassi non risponde.