mercoledì 25 settembre 2013

Il Declino

Da tante cose si capisce quando inizia il declino di una città, intesa come “polis” e non solo come agglomerato urbano. Il periodo di crisi e l’inadeguatezza dei nostri amministratori formano un cocktail letale che ha paralizzato Rimini, facendola precipitare, ogni giorno di più, lungo un baratro difficilissimo da risalire. Le feste e la saraghina servono a mascherare l’incapacità di affrontare la situazione; viene creata ad arte una grande quinta, dietro la quale si celano famiglie in difficoltà, tariffe per servizi pubblici in aumento, economia al palo e tanta microcriminalità da far passare inosservata quella macro, che sta comprando alberghi e ristoranti di riminesi in difficoltà. L’incapacità degli amministratori non riesce nemmeno ad essere alleviata dal pungolo di un’opposizione che non esiste, intenta a quantificare il mancato disturbo. La stampa cittadina da troppo tempo è diventata un rotocalco di provincia; non si legge un’inchiesta, un approfondimento, una serie di domande su “casi irrisolti”, come la morte del settore edilizio, con conseguenti disoccupati, o i buchi nei bilanci delle società pubbliche, con conseguente drenaggio di soldi nostri. L’aver dedicato mezza pagina al presunto flirt tra Biagini e la Moretti, non solo squalifica il giornalista e il palese mandante ben vestito, ma ci fa capire di quanta poca voglia abbia l’Ammiraglia (?) dell’informazione locale, di dedicarsi al giornalismo d’inchiesta per essere invece strumento dei palazzi (Silvano perdonali). Sono cose dette e ridette? Vero, ma se lo scenario è sempre lo stesso da quasi tre anni, le cose sono due: o continuiamo a denunciare la situazione a costo di essere ripetitivi o ci arrendiamo all’andazzo, ci vestiamo di rosa e andiamo ad ubriacarci sul molo. La crisi non ci sta rendendo più coriacei, più reattivi, ma più molli, sotto quella cappa che ha gravato su Rimini per tanti anni. Ieri questa cappa era chiamata anche “equilibrio del sistema” (quale?); oggi appare evidente che, la stessa, è fattore soffocante di quel sistema che ha mantenuto in vita per anni. E all’orizzonte, non si vede nessuno munito di capacità e competenze per tracciare una nuova rotta amministrativa. Un sindaco vero, con degli assessori veri, con società pubbliche gestite da persone competenti e non dagli amici degli amici.....di bevute. Un sindaco che affronti i problemi, che parli di cose da fare e che le faccia (utili però!). Meno immagine e più sostanza. Permetteranno, i partiti, che una figura simile emerga, o la uccideranno nella culla per tenersi ancora il festaiolo, beneficiato solo dai veti incrociati? Noi scriviamo, voi leggete, magari anche divertiti, ma ricordiamoci che in questo momento, per l’incapacità di qualcuno di amministrare la città, qualcun altro è senza lavoro, e non mi riferisco a quello dato dalla politica a qualche coppia nostrana.

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