mercoledì 18 settembre 2013

ChiamamiCna che poi ti rispondo

Domenica mattina in un bar di Santarcangelo mi è capitata tra le mani una copia di Chiamami città, un periodico che ormai molti riminesi conoscono, forse perchè uno dei pochi che un tempo riportava informazioni su questo nostro piccolo paese metropolitano, un tempo, perche l'ho trovato molto cambiato, sembra quasi, anzi sicuramente fazioso, lasciando aperti molti interrogativi, inoltre cerca di portare l'attenzione simil accusatoria su argomenti che spesso non hanno niente a che fare con questa città, ma questa è sicuramente una scelta editoriale... Mi soffermo e leggo un articolo di Stefano Cicchetti, già l'immagine riportata a fianco dell'articolo non ha nessuna "connessione" con l'argomento, perche tratto da un noto film, la cui storia girava sulla crescita mentale di un ritardato grazie ad alcuni esperimenti sulla realta virtuale, film degli anni 80, quando ancora la rete non era un successo mondiale, ma la realta virtuale come tutti sanno, ad oggi non ha avuto grandi sviluppi, forse è passata ad un livello successivo diventando realtà aumentata, ma questa è un altra storia. L'articolo inizia parlando di Casaleggio, intervenuto di recente ad un convegno a Cernobbio, di cui ho anche ascoltato l'intervento registrato, non credo che l'autore dell'articolo l'abbia veramente ascoltato, in poche righe però subito fa riferimento ad un video pubblicato dalla casaleggio associati come demo per le loro produzioni multimediali, non un comunicato ufficiale, ma un demo che rappresenta le capacità di creazione e tecnologia, indicato da molti come un vero comunicato politico di un folle, spesso ho anch'io la stessa sensazione ma ascoltando i comunicati dei veri politici... snort! Ma non volevo diventare l'avvocato difensore di Casaleggio e co. il mio problema è la considerazione, superficiale e inesatta della tecnologia chiamata internet, il tramite e il mezzo che tutti noi utilizziamo in svariati modi, è solo un cavo, un linguaggio che permette di accedere e condividere, questa è libertà, scrivere anche queste mie due righe, le considero libertà di esprimermi e anche di collegarmi via skype con un amico o un parente lontano, di cercare su internet un oggetto che non trovo nei negozi, un informazione, una canzone che mi ero dimenticato in un nastro dentro ad un cassetto della mia vita, o magari cercare vecchi amici, compagni di scuola per vedere come sono cambiati, magari cosa fanno adesso e dove vivono, una libertà che mi permette di informarmi, scambiare opinioni... cosi libera che in certi paesi la rete non è solo sotto controllo (come il nostro paese) ma addirittura è sotto censura, e molti contenuti non possono essere raggiunti. Infine fa riferimento alla già citata speculazione dei nostri dati, esistono decine di modi per evitare di essere utilizzati, lo stesso browser permette la navigazione anonima, inoltre ci sono altri social network che garantiscono la protezione dei propri dati (oltre che essere open source) come ad esempio https://www.khanacademy.org/ che permette e garantisce la propria libertà anche da utilizzi commerciali, dimentica l'autore che quando aderiamo a qualche offerta, sconto o promozione in un centro commerciale, su una rivista o quando firmiamo un contratto, diamo liberatoria di usare i nostri dati e le nostre preferenze, dimentica che ci sono milioni di siti dove condividere le proprie ricerche i propri esperimenti, per esempio esiste un blog dove una ragazzina di 12 anni posta i propri risultati "giocando" con una scheda hardware open source chiamata arduino, infine l'autore non si è dimenticato che ogni strumento non è cosciente ma lo è chi lo usa, per il bene o per il "male". la ma forse non ha capito che è un estensione delle nostre vite quindi riflette digitalmente quello che vorremmo essere e quello che siamo, in una architettura mescolata. Non so se internet ci salverà ma ha portato la vita umana a confrontarsi su un piano diverso.
davide ghinelli