martedì 17 settembre 2013

Delfini Sequestrati e Maltrattati?

"Assenza di riparo dal sole e dalla vista del pubblico, carenza di un adeguato sistema di raffreddamento e di pulizia dell'acqua, vecchie vasche di contenimento irregolari non adatte a consentire un adeguato movimento e a garantirne la salute fisica e psichica, costretti ad una convivenza coatta nel gruppo sociale dove erano inseriti. e ancora: nessun programma di trattamenti medici veterinari come testimonia l'assenza di vasche predisposte a tal fine, o adibite alla quarantena o ad ospitare le femmine durante il periodo di gravidanza e allattamento." (cit. Corpo Forestale) Tanto si potrebbe scrivere riguardo a quanto è avvenuto in questi giorni al Delfinario di Rimini, ma preferiamo siano le sanzioni e le denunce per maltrattamento comminate alla struttura dal Corpo Forestale dello Stato a parlare, ritenendo che gli organi di controllo abbiano agito al meglio delle loro competenze e prerogative. Quello su cui non abbiamo voglia di passare, sono le la dichiarazione del Comune di Rimini, ad aprile scorso, che ci aveva lasciati francamente interdetti: "il delfinario è una realtà strategica, qualificante e coerente con la natura e gli obiettivi turistici di questa città". Cosa ci sia di educativo in una tale gestione della natura e un tale intendimento della cultura, ci sfugge. Noi del M5S riteniamo invece che si debba puntare su modelli di turismo e culturali molto più attuali, validi ed educativi. Non troviamo nulla di qualificante nel vendere ai turisti lo spettacolo di quattro delfini che saltano a comando in una vasca di cemento. Quello che è successo quest'estate al delfinario di Rimini è storia nota: prima l'aut aut del Ministero, o vi mettete in regola entro l'estate, o in autunno dovete chiudere (ndr: Rimini ha solo una vasca, non ha le vasche accessorie, come quella medica, previste per legge), poi il Comune di Rimini che si erge a difensore del "delfinario strategico", poi i controlli delle autorità, una pesante multa per alcune irregolarità e la denuncia per maltrattamenti. Infine, il comune di Rimini che chiude le porte in faccia alla struttura, la quale chiedeva di potersi allargare su territorio demaniale per fare le vasche nuove: niente da fare. Si insinua il sospetto che l'amministrazione comunale volesse disfarsene causa nuovo piano area-porto (nei progetti presentati due anni fa, il delfinario guarda caso non c'è più). Insomma, tutto ad un tratto, il delfinario, che è fuori legge da anni (la legge è del 2001), sembra accerchiato. Gli animalisti esultano (ma molti di loro pensano che questi delfini possano essere liberati in mare, e su questo non paiono sentire ragioni). Resta il fatto che i delfinari sono sempre più anacronistici, obsoleti, superati. Non hanno molto senso, sono anzi diseducativi. Passano un'idea culturale retrograda: gli animali al servizio dell'uomo per divertimento. Più della metà delle nazioni Europee se ne sono già sbarazzati da tempo. L'uomo ha mille e più modi diversi per divertirsi, modi che non contemplino la sfruttamento e la lesione della dignità di altre creature viventi. Detto questo, ci uniamo ai dubbi e alle perplessità di molti riminesi, sulle modalità con cui è stato messo in atto il sequestro. Un vero e proprio blitz, con un dispiegamento di forze dell'ordine decisamente esagerato, e con una concitazione e una tensione, spesso fuori luogo. Un migliore preparazione dell'operazione, magari pianificata di concerto con la struttura stessa, avrebbe consentito forse un minore stress agli animali, e un'accettazione più ponderata per quei cittadini che hanno vissuto tutta la faccenda come uno "scippo" di un bene ritenuto comune. Non vorremmo che dietro all'operazione ci sia l'ingordigia dell'acquario di Genova, finanziato in gran parte da fondi pubblici, e dove è appena stata costruita una vasca nuova molto grande (costata 30 milioni di euro). Tra le casuali congruenze: Gardaland ha chiuso il delfinario e i delfini sono andati a Genova; Genova ha appena comprato Oltremare (che così senza Rimini ha un concorrente in meno); il Ministero manda i controlli al delfinario di Rimini e chi è la veterinaria "consulente" che firma le sanzioni? La veterinaria dell'acquario di Genova. Una situazione sulla quale ci riserveremo di chiedere conto tramite i nostri parlamentari. Ricordiamo anche che, lo scorso gennaio, il M5S aveva presentato una risoluzione all'Assemblea Regionale sui delfinari , che è stata votata e approvata a larghissima maggioranza, e che chiedeva, tra le altre cose, di attivarsi affinché: - venissero stabiliti criteri di natura scientifica per valutare e misurare la quantità e la qualità delle attività educative e di ricerca svolte all'interno dei delfinari, come definite dal DM 496/2001; - venissero proibite, all'interno dei delfinari, tutte le attività in cui viene lesa la dignità degli animali coinvolti; - venissero incentivati i controlli degli organi preposti, sia nel numero che nella qualità degli stessi, - si verificassero il rispetto di tutti i criteri stabiliti dal DM 496/2001 e le normative nazionali relative al benessere animale; - in sede di conferenza Stato-Regioni, anche il nostro Paese seguisse l'esempio degli altri paesi europei, dove almeno l'importazione di cetacei è stata vietata. Quanto di tutto ciò è stato portato avanti? Dopo tutte le dichiarazioni e gli articoli di giornale, non possiamo che aspettarci un riscatto di civiltà dalle amministrazioni.
 Movimento 5 Stelle Rimini