giovedì 19 settembre 2013

Per Sentito Dire

Secondo me Gnassi e Ravaioli, per quanto appartenenti a scuole diverse, parlano per Sentito Dire. Le quattro fotocopie megafonano le veline, senza che a qualcuno iscritto all'Ordine possa venire in mente di documentarsi, sarebbe l'incipit del mestiere che hanno scelto. Per esempio chiedersi come nasce la storia del Definarium, oppure imparare come sia normato urbanisticamente, quale siano le dimensioni di una struttura adeguata alle stesse norme. Mi è stato raccontato e confermato da più fonti attendibili che l'opera venne realizzata a cavallo degli anni 60/70, contro il volere dell'amministrazione di allora, che non aveva assessore all'ambiente una Visentin silenziosa e nemmeno un loquace biologo come l'amico Marco Affronte. Diciamo che storicamente quello che veniva fatto (di tutto) sull'arenile non transitando sotto il controllo politico era...sbagliato. Siamo negli anni della forte corrente di pensiero comunista che voleva municipalizzare la spiaggia, pensate come cambia il mondo, non i comunisti. La prima domanda che mi sorge, un solitario pensiero che ha trovato forti riscontri sul resto dell'arenile è: sul piano edilizio è tutto in regola? O siamo nelle condizioni del resto della spiaggia regolarizzata solo dal punto di vista..ambientale? Sul versante demaniale marittimo grazie al fatto che fino a pochi anni addietro era la Capitaneria di Porto ad avere questi compiti, giurerei che è tutto a posto. I problemi sono nati con la gestione comunale...riminese. L'opera proviene da un contratto di concessione a riscatto scaduto circa dieci anni fa ed incamerata doverosamente tra le proprietà dello Stato. Sul tema dell'adeguamento, ricordo che si doveva fare una seconda vasca, per la quale credo che l'Amministrazione dello Stato si fosse già attivata togliendo un pezzo di area a monte del Bagno 1, dando in cambio un allargamento del fronte a scapito della spiaggia libera adiacente. Passando ad analizzare gli aspetti urbanistici che a Rimini sono rappresentati da foto e slide, credo che il Delfinario non sia disciplinato dal Piano Spiaggia nemmeno nella Settima Variante ad bagninum et chioschistam. Non è stata una dimenticanza, non è stato inserito nemmeno nei Progetti Speciali, considerando che la messa a norma avrebbe comportato un utilizzo di un'area enorme, essendo impossibile rifare in loco la struttura, quasi triplicando l'esistente. La scelta quindi fu indirizzata verso l'inserimento di un Acquarium all'interno del cosiddetto Triangolone, una impostazione obbligata dal momento che le norme regionali per i nuovi insediamenti prevedono una diminuzione del 10% dell'impatto. Come ho avuto occasione di raccontare nei due lunghi articoli dedicati al Triangolone del Porto, oggi meglio conosciuto come Casa Paesani, la passata programmazione che si stava ormai ultimando, perno di tutte le esigenze dei veri attori di quell'area, venne cancellata prima dai Grattacieli Griffati di Melucci poi con l'arrivo delle feste di Gnassi è diventato Birra Square. Degli operatori del porto, marinai, cooperative, artigiani, cantieristica, forze dell'ordine, capitaneria, a nessuno frega niente, possono scegliere come capita a tutti gli imprenditori la morte più dolce. Non ci vuole un genio nemmeno giornalistico per vedere che negli elaborati e nelle foto presentate dal Sindaco del Delfinarium/Acquarium non vi è traccia. Se tiri una birra per aria un delfino la può prendere al..volo. Compiuta l'ennesima sintetica disanima, non capisco (eufemismo) neppure a chi/cosa si riferisce Gnassi nella sua lacrimevole epistola per un Delfino mai nato. Afferma che tutto è in capo allo Stato, mentre ipotizzando un eventuale adeguamento in loco, diventa un suo compito precipuo, magari facendo l'ottava .....Variante al Piano Spiaggia. Con l'obbligatoria approvazione regionale bypasserebbe anche le restrizioni edilizie e quelle delle spiagge libere, qualora si dovesse influire su di esse. Non può fare la verginella inconsapevole, il gioco rappresentato è stato usato 88 volte da queste amministrazioni, lo conoscono benissimo. Con i Piani Strutturali non hanno grande feeling, hanno il difetto congenito che valgono per tutti. Le spiagge libere, solo per informazione, non raggiungono il limite (minimo) del 20%, con la Bolkestein sarebbe obbligatorio. Espletata la parte urbanistica è sufficiente rilasciare una comunissima concessione edilizia, parimenti l'ufficio del demanio marittimo del comune di Rimini, sentito il pari ufficio regionale, deve rilasciare un'atto di concessione per la parte riferita all'allargamento, che ha sostanzialmente due strade: a) un nuovo atto di concessione a riscatto dell'intero complesso o della parte aggiuntiva b) una semplicissima acquisizione delle nuove opere realizzate, ovviamente con il consenso del concessionario, che poi porterebbe alla possibilità di una normalissima licenza di concessione per l'intero manufatto. Come potete notare in questa analisi ho omesso le mie valutazioni, da quelle animaliste a quelle urbanistiche, avendo solo l'intento, prima di passare ad esse, che vengano accertate le norme che regolano la materia. Qualche giornalista ma anche presunto politico amatoriale, prima di definirle fesserie, si stampi l'articolo e lo faccia leggere a qualche Dirigente del Comune, magari la Direttrice Chiodarelli. Così come affermato da Remo Valdisseri sì accorgerà che tra l'amministrare e raccontare favole alle volte, quasi sempre, non esiste la minima differenza. In questo caso i quattro delfini erano attesi a Genova dal mese di agosto, noi aspettiamo da almeno dieci anni di essere governati.