sabato 14 settembre 2013

Venerdì 13

Giovedì sera, come molti sapranno, è cominciata l’operazione di sequestro dei delfini del Delfinario di Rimini che si è conclusa nella serata di Venerdì 13, poi dicono che non è vero che… L’accusa è di maltrattamento a causa di alcune dosi di ormoni somministrate per evitare l’accoppiamento dei delfini (la pillola) e di inadeguatezza della struttura. Eliminiamo subito la domanda che, nell’affetto che tutti proviamo per l’amato cetaceo, potrebbe portarci fuori strada nella considerazione di ciò che è veramente successo. E’ giusto che i delfini stiano in un delfinario? Non ci interessa. Nel senso… umanamente è chiaro che ognuno di noi, a seconda delle informazioni e della cultura che possiede sui delfini, avrà una propria idea in merito; giusto e non giusto sono considerazioni che lasciamo confliggere nelle discussioni degli animalisti, con la loro appassionata lotta, con Monica Fornari, che quei delfini li considera la sua famiglia allargata. Questo, ovviamente, non riguarda la legge che, quando ravvisa reato agisce secondo dettami di pragmaticità operativa. Noi di Citizen non contestiamo nulla, ma ci chiediamo ed è questa la vera domanda: c’era bisogno del sequestro lampo? I Delfini, visto che si parlava della loro salute, non meritavano una programmazione di tempi diversa prima di essere allontanati dalla loro, ci dicono inadeguata, casa? Questo è un dubbio, ma non è il solo. Tutto nasce dall’inadeguatezza della struttura a cui però, a quanto pare, non è stato permesso di adeguarsi. Stampa e televisione paiono aver chiara la colpevolezza dei gestori, ma noi abbiamo sentito la necessità di riportare anche la voce di Monica Fornari in modo che, perlomeno i nostri lettori, conoscano entrambe le campane. Racconta un po’ Monica… ” Noi siamo nati negli anni ’60 come attività, quando non esisteva una normativa e quando i delfini ce li portavano perchè se no i pescherecci li ammazzavano. Siamo nati come S.o.S. cetacei, anche se la gente a volte non vuole sentirlo dire, ma per noi è nata così questa storia. Negli anni ’90 ,quando la ricerca era assolutamente non concepita, abbiamo abbiamo iniziato a costruire un’intensa attività, al punto da produrre eccellenza nel sostentamento dei delfini. Le nostre scoperte le abbiamo sempre diffuse gratuitamente senza chiedere una lira e le nostre ricerche le abbiamo pagate di tasca nostra. Ad esempio il nostro metodo per ottenere il DNA dei delfini senza incisioni lo abbiamo regalato al mondo. Abbiamo collaborato con 13 università, con la CNR e, questa piccola e brutta struttura degli anni ’60, è considerata un’eccellenza europera per la riproduzione e per il benessere animale in quanto la loro longevità lo testimonia. I delfini vivono circa 28 anni, Speedy è morto a 56 anni… Alfa ha 46 anni ed è ancora viva e vegeta.. speriamo che non l’ammazzino adesso.” Quando è nato il problema della vasca? “Negli anni ’90, 93 o 94, sarò più precisa quando ti invierò il documento, parte la mia esigenza, ripeto mia perchè la legge sarebbe uscita solo 8 anni dopo, di chiedere al Comune una vasca di separazione, perchè noi capivamo benissimo che se un delfino stava male era necessario separarlo dagli altri per curarlo meglio. Abbiamo chiesto vasche amovibili, vasche staccate, vasche sopraelevate… abbiamo chiesto ogni cosa al Comune che ci ha sempre chiuso la porta in faccia. Per tutte le richieste abbiamo subito negazioni, umiliazioni, inammissibilità o rimpalli. Rimpalli dal Demanio, alla sopraintendenza, alla Provincia, all’Urbanistica, all’Ambiente, sempre rimpallati ovunque senza avere mai una risposta.” L’ultima richiesta? “Per l’ultimo progetto, che è stato protoccolato circa un mese e mezzo fa, abbiamo chiesto urgenza sia perchè insistiamo dagli anni ’90, sia perchè risposte venivano sollecitate dal Ministero.” Come hanno risposto? “Dopo aver letto sui giornali “lottiamo per salvare il delfinario” ci siamo sentiti abbracciati da questo Sindaco… invece ieri è uscita la notizia sulla Voce e sul Resto del Carlino che l’Amministrazione non ci dava la vasca, dopo 8 mesi che io chiedo di essere ricevuta. Questo non è bastato. Nella giornata di ieri, nel pomeriggio, i miei collaboratori mi hanno telefonato avvisandomi che mi stavano sequestrando i delfini. Tutte le ispezioni dal 31 luglio ad oggi 17 settembre, sono avvenute senza avvisare e, devo dire, con una certa arroganza perchè ci hanno fatti sentire delle merde. In 15 giorni hanno abbattuto un’attività di 50 anni di vita, onorata carriera, che non solo non ha fatto male a nessuno, ma che ha dato anche indotto turistico e lavoro alla gente.. che dire?” Rispondi direttamente alle accuse che ti sono state mosse, ti va? La vasca. “La vasca non c’è, lo so che non c’è, questa è la causa principe. Riguardo alla vasca noi abbiamo una famiglia e la legge ci impone di non farli procreare in quanto la consanguineità può causare dei danni e quindi noi abbiamo dato la pillola, la pillola anticoncezionale che prendono milioni di donne nel mondo.” Altri medicinali? “L’altro medicinale è il Diazepan o Valium che, nella dose in cui veniva somministrato quando era il caso al delfino, veniva usato per stimolare l’appetito. Questa era la prescrizione di quello che era il nostro veterinario, tolto di mezzo anche lui. Manuel Hartmann, presidente dei veterinari d’Europa, con il difetto di essere tedesco, dico difetto perchè in questo caso la libera circolazione nella Comunità Economica non vale. E’ ammessa per tutti: abusivi, per le prostitute, ma per il mio veterinario, eminenza nel suo campo, non è possibile esercitare in Italia.. insomma non hanno accettato che lui fosse il mio veterinario e quindi hanno invalidato tutte le sue prestazioni ed io è come se fossi senza veterinario per loro. La verità è che noi tutti i giorni gli mandavamo file con report, siamo nell’era digitale. I nostri delfini stanno bene, quando c’è stato Lapo che è stato male lui è corso giù, anzi.. ogni volta che si presentava una necessità con l’aereo faceva prima che uno da Modena a venire giù. Queste sono le accuse e per queste accuse carenza di una vasca, la pillola anticoncezionale che mi impone la legge, la vasca che il Ministero mi chiede e il Comune non mi dà il mio legale rappresentante (ma arriverà anche a me) ha addosso una denuncia per maltrattamento e il sequestro cautelativo dei 4 delfini.” Insomma tutto parte dalla vasca. “Tutto parte dalla vasca. Il resto sono tutti corollari di questa vasca che non c’è. Non c’è la vasca, non si possono riprodurre ed io non li posso separare…” A questo punto la gru della Cooperativa Facchini ha cominciato a portare fuori il primo delfino e l’intervista si è interrotta. Con la promessa comunque di inviarmi i documenti che contestualizzano le sue richieste della vasca nel tempo. Questa è dunque la campana di Monica Fornari, quella dell’Amministrazione l’abbiamo sentita forte e chiara e, più o meno, diceva che si, il Delfinario è una realtà strategica importantissima per Rimini, ma che no, non si poteva fare niente per salvarla. Non è che si può sempre pretendere che il Primo Cittadino faccia la voce grossa con il Demanio e anche quando la fa l’unica testimonianza proviene dal suo Ufficio Stampa. Il Gioco deve valere la candela tipo… il bel piano mostrato al mondo nel dicembre del 2012 quando, presso la sala dell’Apt in piazzale Fellini, è stato presentato il progetto di riqualificazione dell’area Porto. Gli Architetti Ferrini, Morganti, Giacobbi e Venturini, per conto del Consorzio del Porto, hanno illustrato una proposta che, da quanto si è appreso dai giornali, è molto gradita all’amministrazione per quanto insiste nel “percorso” del Piano Strategico. Il Progetto prevede una “piastra” sotto la quale si sviluppano parcheggi sotterranei e sopra la quale potremo avere verde, spazi ricreativi e nessun Delfinario. P.S. Se fossimo un complottisti penseremmo che, scientemente, si stia speculando al ribasso sul territorio, ammazzando il turismo e indebolendo la piccola media impresa in modo che prima o poi qualcuno arrivi, con una manciata di euro e Bolkestein, per radere al suolo tutto ricostruendo la Las Vegas del Mediterraneo. Poi però guardiamo ai nostri Amministratori e cambiamo idea (perlomeno sulla parola “scientemente“). Davide Dubbioso Cardone [@DadoCardone]