giovedì 26 settembre 2013

La Merkel del Pd

Le elezioni tedesche, dove il centrodestra ha stravinto, sono diventate un campanello d'allarme per il Pd, la cosiddetta sinistra italiana, mentre per quello che rimane del centrodestra al netto dei servizi sociali, le cose non cambiano. Erano dipendenti di Berlusconi oggi sono maggiordomi. Ambedue gli schieramenti sono nella fase peggiore della loro esistenza. Le ragioni sono differenti, i risultati uguali. Il Partito Democratico, dilaniato in queste ore dalla guerra tra Matteo Renzi ed Enrico Letta ha contratto la sindrome di Occhetto, Veltroni, Bersani per ricordare i presunti vincenti a prescindere. Non è un auspicio ma una certezza davanti al comico spettacolo che producono gli esponenti di una casta che ha già bruciato l'ultima speranza. Renzi non vince nemmeno contro un Cavaliere agli arresti domiciliari. Ce l'hanno fatta, lo hanno ridotto com'era prima di presentarsi come il nuovo che asfalta i concorrenti interni ed esterni. Il male peggiore della politica italiana, in particolare quella di sinistra, è rappresentato dai giornali di riferimento. Avete mai pensato a quante colpe ha Barbapapà con i suoi sodali politici ed ..istituzionali? L'assemblea del Pd si è chiusa senza quorum dopo quarantott’ore di dibattito sul nulla, una rimozione dei problemi reali, una sorta di amnesia che rende il popolo democratico e la casta prigionieri di un autolesionismo sadomaso. Nel 1994 i Progressisti erano convinti di vincere, si divisero solo sul nome di chi avrebbe dovuto fare il premier, tra lo stesso Occhetto e Mariotto Segni. Vinse Berlusconi, come è noto, e nessuno dei due si riprese. Nel 2001 Margherita e Ds erano certi che un candidato giovane e centrista come Francesco Rutelli avrebbe prevalso su un Berlusconi impegnato a ricostruire con fatica la sua alleanza, dopo lo strappo della Lega. Nel 2006 Romano Prodi partiva addirittura con venti punti di vantaggio, vincitore annunciato, e invece si ritrovò un Senato dove non aveva i numeri per governare e due anni dopo cadde. Nel 2008 tutti i leader del centrosinistra andarono in processione a scongiurare Walter Veltroni, che era al culmine della sua fama e della sua popolarità di Sindaco, quante assonanze tra allora Roma ed adesso Firenze. Perse al pari di Pierluigi Bersani, che era convinto di smacchiare il giaguaro ed invece è finito nell’incubo della non vittoria. Si potrebbe dire che l’unica volta in cui il centrosinistra ha vinto, nel 1996, con l’Ulivo di Prodi, è stata quella senza certezza. Come si può votare per dei tafazziani simili, esiste una alternativa credibile ormai anche sotto il profilo istituzionale. Non ci vuole molto anche per ronzini selezionati con un metodo monarchico a diventare almeno come Petitti&Arlotti. Qualcuno è da preservare per le prossime occasioni, il resto da cambiare appena possibile, anche a Rimini, non facendo scegliere a Bologna. I due duellanti, Gianni Cuperlo e Matteo Renzi, hanno svolto i loro scontati compitini, provati e riprovati davanti allo specchio, una moda che contagia tutti i Taglianastri, non valgono nemmeno il peggiore dei capi storici. Il mercato di un partito mai nato, concepito con due spermatozoi ...alternativi, oggi offre questi. Per fortuna abbiamo la possibilità di scegliere un MoVimento che ci permette di uscire di casa ed occupare la prossima cabina elettorale almeno con una speranza nella matita.

P.S.
Melucci non c'entra con il gossip riminese.