domenica 15 settembre 2013

I Delfini di Genova

Per me i delfini sono stati portati da Rimini a Genova perché lì hanno penuria di delfini ma hanno capienti e costosissime vasche e sono pieni di debiti mentre all'acquario riminese era il contrario. L'Acquario di Genova è in grave difficoltà perché queste strutture costano hanno costi di gestione alti, soffre la concorrenza di quello di Barcellona etc. Quindi a mio parere c'è stata una connivenza di interessi fra 1) istanze ambientaliste – animaliste – 2) Acquario di Genova che opera in partnership col pubblico e quindi è protetto e si erge a parte terza mentre fa quattrini con gli animali esattamente come gli altri che fanno lo stesso mestiere – 3) piani cittadini di restyling della zona dai quali l'Acquario era fuori. Io non conosco di persona la proprietaria né ho particolari interessi per difendere un business privato ed anzi, animalista a modo mio, sono sempre dalla parte degli animali, anche del pesce rosso che consuma la propria esistenza in una boccia d'acqua a girare attorno o delle tonnellate di pesce azzurro eviscerate da vive etc. a pochi passi da dove i delfini, secondo l'accusa della Forestale, fatta propria dal PM Cerioni, convalidata dal Gip, le 4 star riminesi sarebbero state oggetto di maltrattamenti. Questo a me pare abbastanza improbabile anche alla luce di 2 considerazioni, la prima è che “l'asticella” dei “maltrattamenti” può essere spostata a piacere, secondo comodo e necessità, di sanzioni o sequestri o di compiacere i potentissimi oramai movimenti ambientalisti-animalisti. La seconda considerazione è il VALORE che questi animali hanno, si parla di alcune milioni , e che sono e sono stati la classica miniera d'oro per i gestori dell'Acquario. Ora mettersi contro gli ambientalisti specie se fanno cartello con altri movimenti e sono infiltrati da interessi e dalla politica significa “suicidarsi”: questo penso il motivo che ha spinto il Sindaco A.Gnassi alla larga da Rimini nelle ore in cui si consumava un... furto di qualche milione di euro in nome del “benessere psichico” quando a 100 mt friggono le aragoste vive, per dire. Quindi ai miei occhi l'animalismo è viziato ed inficiato da questa aporia di fondo: animali di serie a e di serie B. Noi potremmo pensare allora ad un futuro, che sono certo verrà, in cui gli animalisti, vegani o vegetariani, saranno messi all'indice da Talebani più Talebani di loro che li accuseranno di nutrirsi di “cadaveri di forme di vita vegetali”. E ancora: “ma chi è quel disgraziato al quale viene affidata una pianta di alloro e la lascia morire al sole d'agosto in pochi dm quadri di terra come se ne vedono sovente dappertutto per esempio fuori dai negozi in centro? Come si vede “la tutela dei diritti” non ha limiti potenzialmente! La proprietà dal canto suo, se vuoi la pace preparati alla guerra, ha sottovalutato il rischio di entrare e negli appetiti e nelle mire di soggetti molo potenti tirando a campare sperando chissà nel Padreterno invece di fare carte false per adeguarsi. Primo caso in Europa sono arrivati a Rimini: da non crederci! Passando ad altro: ma questi signori mettici che mancava una vasca, mettici lo stress dei mammiferi ma loro sono pionieri in materia supertitolati come pochi al mondo io credo, vivendo da decenni tutti i giorni a contatto con delfini. Delfini sani ed abituati al contatto umano e che quindi VALGONO TANTO ORO QUANTO PESANO. Agli animalisti inorridisce l'idea di far soldi con gli animali allora dovrebbero sequestrare tutti gli animali dei circhi, elefanti con la catena al piede, o il cavallo dell'ultimo fiaccheraio riminese in P.zza Kennedy e tanti altri. Inoltre, un certo animalismo inorridisce me. Sono questi i “bon viveur”, quelli che tutelano l'ambiente per sé, non in una prospettiva di rispetto ma perché semplicemente di certi luoghi poi godono soltanto loro e si fanno pure delle gran cene di pesce alla faccia della povera spigola. Infine un piccolo contributo lo ha dato suo malgrado la Ruota che dava l'idea di essere in un Luna Park e come detto questi movimenti non tollerano l'idea di usare gli animali come “cose”. Ultimo aspetto. La parte che ha perso la partita parla ed esprime le proprie ragioni con voce normale, gli altri hanno a disposizione un megafono e questo ha pesato sulla vicenda. 
Alberto Amati