venerdì 5 giugno 2015

Salvini e Grillo pari non sono

Il botto leghista nel Veneto concede spiragli di verità, mentre la miracolosa permanenza in vita del M5S è dovuta essenzialmente alla presenza del bulletto di Firenze sugli schermi del governo. Iniziamo dal Veneto e dal Sindaco Tosi quello di Verona non quella di Riccione tanto adulata dal Carlino. Nelle regionali la Lega si è presentata intelligentemente in tre versioni: Tosi, Zaia e Salvini. Ha stravinto, coprendo tutte le opzioni e le richieste. Il bulldozer di Salvini per cancellare gli inesistenti o quasi (da loro) campi nomadi, con Tosi ha incassato i voti per una ottima prestazione come Sindaco di Verona e con Zaia il premio per il lodevole rapporto con il territorio composto da piccola, media industria ed artigianato (capito Cardone?). Una sorta di Errani in versione leggermente ma molto leggermente leghista. Zaia, non a caso, sarà il candidato per unire il centrodestra. Salvini spesso deve indossare felpe per tranquillizzare una fetta del suo elettorato rimasta ai Borghezio. Non è quella la Lega di governo, ma quella che nel Veneto hanno conosciuto e premiato. Un gioco di squadra che ha funzionato. Nessuno pensava fossero in grado di risorgere dalle ceneri e miserie del cerchio di Bossi. Nessuno va più ad intervistarlo? Sembra lo Zeman del calcio all'attacco. Anche per Grillo si prepara uno scenario simile. Mai come questa volta la campagna elettorale è stata orfana delle sue urla e battute da piazza. L'hanno condotta in prima linea i due o tre (sono buono) che hanno capito meglio il facile giochino. Per il resto ci ha pensato Renzi ed il fallimento del Paese. Mentre la Lega governa e governerà aree sempre più vaste, in particolare al Nord, il M5S sembra quelle comparse anche simpatiche che recitano due battute e spariscono. Sono intercambiabili e sostituibili. Molti, al netto di Ghinelli, capiscono che il loro lavoro magari di consiglieri diventa inutile e nemmeno pagato per cui chiedono un cambio di rotta. Io sono dell'idea che la "dittatura del pensiero" sia destinata a finire. Tra poco ci sarà un sciogliete le righe e decidete da soli in completa autonomia. Rimini può allora diventare un laboratorio interessante. La partita con Gnassi (magari) o con il sostituto/a si farà interessante. Non esistono discussioni con questo Pd, l'unica area percorribile è quella dell'opposizione. Se cambia, il discorso è diverso. Questa sarebbe la grande prateria nella quale si può muovere il Movimento. Ci vuole però una organizzazione che non sia solo buona a sollevare un gazebo e che non dipenda (solo) dalla penna di Cardone. Amministrare una Città è cosa molto diversa. Nonostante i maestri o forse per quello, anche Gnassi non ci ha capito niente. Non saluta nemmeno le autorità..inquirenti.