venerdì 25 gennaio 2013

Agnelli e Pecore

Se non fosse entrata prepotentemente la vicenda dello scandalo Mps, la banca della Darsena di Rimini, la notizia del giorno sarebbe la commemorazione per il decennale della scomparsa dell'Avvocato. Chi come il sottoscritto è uno juventino tanto stupido da andare all'Hysel, ha avuto del personaggio una visione più calcistica che politica. Ammiravo le sue battute, meglio di quelle scritte per le performance televisive di Pigi Bersani, Napolitano in calo drammatico di consensi ha profittato per farne l'elogio con l'aiuto del vecchio socialista Scalfari, intervistandosi a vicenda, poi ha colto l'occasione per bacchettare Monti, reo di avere tradito il seggio senatoriale ad vitam per salire in politica. E' stata una penosa gara a chi rilasciava quattro righe, avendo avuto la fortuna d'incontrarlo, magari per caso. Monti non si è visto ai funerali, gli Agnelli hanno brutti ricordi del Professore, membro anche del cda della Fiat, carica mollata in piena tangentopoli. Smonty invece si faceva pagare per procacciare gli incontri con Gianni, ha patteggiato per una mazzetta da 40 milioni. La messa è stata celebrata dal Vescovo di Torino, affiancato da Don Ciotti e dal chierichetto Fassino, un recente convertito, quello che voleva un'altra banca, come non bastasse Mps. Nessuno voleva stare vicino alla Fornero. A 46 anni il Professore di Varese sedeva nel consiglio di amministrazione della Fiat e in quello di Comit e Generali, nel 1988, un anno prima di diventare rettore alla Bocconi, la madre incinta di tutti i sapientoni, sedeva nel Comitato esecutivo dell'azienda torinese. In quella stagione toccò con mano la gravissima crisi dell'automobile e poco tempo dopo sbatté la faccia contro Tangentopoli. Non ha mai raccontato il suo ruolo nelle vicende sui fondi neri della Fiat che hanno creato un mare di guai ai top manager dell'azienda, Romiti compreso. Anche lui come Luchino ha rimosso dalla memoria la parentesi personale, del mitico Avvocato meglio ricordare l'orologio sopra il polsino della camicia e la cravatta sopra il pullover. Anche per me Sivori era un vizio e Moggi il più bravo.