giovedì 31 gennaio 2013

Un Grillo sul Monte

Beppe Grillo atterra sul Monte dei Pacchi e chiede subito le dimissioni di Bersani arrivando alla conclusione di una inchiesta che si presume stile Itavia per la durata. I procuratori senesi si sono detti sbalorditi da quello che stanno trovando, bastava leggere qualche sito od il verbale delle rare ispezioni di BanKitaliaDraghi. Il leader (si può dire) del Movimento che turba le insonni notti democrat ha chiesto una commissione d'inchiesta con presidenza alla Bindi, sicuro che lo scandalo supererà in miliardi gettati o rubati, Parmalat e Banco Ambrosiano. La risposta di Pigi è degna di un trattamento politico obbligatorio. Non prende ordini da chi non ha un partito che potrebbe (dovrebbe) chiedere le dimissioni. Volete votare un personaggio così, lasciatelo fare alla simpatica compagnia Petitti&Bernabè, voi non siete obbligati, potete anche stare a casa con figli e nipoti od andare al mare..bella questa. Nel 1995 viene privatizzato il Monte dei Paschi di Siena, chi comanda è la Fondazione MPS (55%) attraverso i rappresentanti del Comune, presenti con membri  tutti di area pd o lì vicino ed una curia democrat. La Fondazione vive solo di dividendi e le sue quote sono vendute nel tempo a vari personaggi come Caltagirone e Gnutti. Per remunerare gli azionisti, MPS comincia a vendere le sue proprietà, tra cui le partecipazioni bancarie (San Paolo, Generali), intere banche come la Cassa di Risparmio di Prato e gli immobili (tenuta di Fontanafredda, palazzi Monte Mario a Roma) che remunerano i nuovi azionisti ma sono in realtà frutto del risparmio di secoli dei senesi. MPS viene spolpata. La sinistra ha compiuto la sua missione di consegnare una banca pubblica che funzionava dal 1500 alla Borsa e alla speculazione. Il valore di MPS prima della privatizzazione era di circa 20miliardi di euro, oggi ne vale meno di 2 e ogni giorno il suo titolo diminuisce. Oggi 10.000 dipendenti rischiano il posto di lavoro. La giunta comunale Ceccuzzi è caduta. La Fondazione non ha più la maggioranza delle azioni (ha dovuto venderle) e si prospetta la nazionalizzazione e il licenziamento di forse 10.000 persone. Banco Santander compra Antonveneta per 6, 6 miliardi di euro, si accorge di aver fatto un pessimo affare, scorpora Interbanca da Antonveneta, valutata 1,6 miliardi, e cerca un compratore, il valore della banca reale è di circa 3 miliardi. Monte dei Paschi compra Antoveneta per 10,3 miliardi pochi mesi dopo, MPS si accolla anche il passivo di Antoveneta per 7,9 miliardi. MPS valeva all'epoca 9 miliardi e compra Antoveneta che ha metà dei suoi sportelli (1.000 contro 2.000) per una cifra di 10,3 miliardi, superiore allo stesso valore di MPS, non ha 10,3 miliardi, quindi si indebita, il titolo crolla. Per questa operazione il presidente di MPS Mussari, ex presidente anche della Fondazione MPS, donatore di sangue al pidi, viene premiato con la presidenza dell'ABI senza che nessun partito o organo di vigilanza si opponga. La procura della Repubblica di Siena apre un'inchiesta sull'enorme minusvalenza dell'operazione Antonveneta, pari circa a circa 14 miliardi di euro, 28.000 miliardi delle vecchie lire, una finanziaria, uno scandalo che rischia di far impallidire la Parmalat. La Fondazione, azionista di maggioranza di MPS, indica all'assemblea dei soci della banca la nomina di Alessandro Profumo alla carica di presidente. Profumo ex ad di Unicredit è rinviato a giudizio dal tribunale di Milano con l'accusa di frode fiscale. Profumo punta subito sulla riduzione del personale pari a 4.300 senza avviare una causa contro i responsabili del disastro. La Fondazione deve vendere parte della sua proprietà azionaria e passa dal 55% al 35%. Per evitare il fallimento, Monti eroga un prestito di 3,9 miliardi, cifra equivalente alla Imu sulla prima casa. Grillo parla di "buco" di 14 miliardi all'assemblea degli azionisti del 25 gennaio 2013, il buco a cui si riferisce era la sottrazione di valore attraverso le operazioni legate ad Antonveneta. Lunedì 28 gennaio 2013 (!!!) i pm che indagano sull'affare Antonveneta scoprono bonifici internazionali per 17 miliardi. Subito dopo emergono somme rilevanti che sarebbero rientrate in Italia con lo Scudo Fiscale voluto dal Pdl e approvato grazie all'assenza in aula di molti deputati del pdmenoelle. Di fronte a questo colossale furto ai danni degli italiani, il cui conteggio finale non è forse ancora concluso, Grillo chiede: la verifica dei patrimoni dei segretari del pd e di tutti i nominati nella fondazione MPS dal comune di Siena, della Provincia di Siena, della Regione Toscana dal 1995, la pubblicazione dei nomi di tutti coloro che hanno goduto dello Scudo Fiscale con l'ammontare degli importi rientrati in Italia, le dimissioni immediate di Bersani da segretario del pd. Ad abundantiam il M5S chiederà l'istituzione di una commissione d'inchiesta su MPS al suo ingresso in Parlamento. Bersani ha iniziato a... mordere