sabato 26 gennaio 2013

La Siccità

Otto milioni di euro per risarcire i danni della siccità dell’anno 2012. La siccità non è una fatalità. Contemporaneamente si buttano in mare oltre 100 mila metri cubi di acqua al giorno solo dall'impianto di depurazione di Santa Giustina. Con così negativi risultati si ha inoltre come conseguenza il prosciugamento dei nostri fiumi prelevandone di sovente l’intero corso e violando specifici obblighi di legge a tutela del Deflusso Minimo Vitale ed esaurendo le falde acquifere pompando acqua fossile potabile. Questo con gravissimo dando ambientale ed economico. A che titolo si pretende ora il risarcimenti dei danno da siccità quando questi sono prevalentemente causati da uno sconsiderato in-utilizzo delle risorse idriche di cui disponiamo abbondantemente? Questi otto milioni di euro andati persi dai nostri produttori agricoli (e chissà quanti altri non prodotti perché dissuasi dal farlo) vengono chiesti alla collettività. Sarebbe stato molto meglio utilizzarli per infrastrutture che consentano il riutilizzo dell’acqua. Acqua che è molto abbondante nella nostra provincia. Ma le scelte che tuttora si portano avanti nel capo del ciclo integrato delle acque renderà l’acqua sempre più scarsa e costosa. Infatti si continua a considerare un ciclo delle acque “aperto” con scarico in mare, con grave danno alle acque di balneazione, invece di considerarlo “chiuso” con riutilizzo delle medesime per fini industriali, irrigui e ricarica delle falde. Le responsabilità di questa situazione devono essere fatte direttamente risalire al Servizio Tecnico e Autorità di Bacino, al Consorzio di Bonifica, alle scelte che si stanno prendendo nel campo della depurazione da parte della politica provinciale e sponsorizzate da Hera. Il piccolo caso di poche settimane fa a Poggio Berni è eloquente. Si è scelto di interrompere il progetto di impianto di fitodepurazione, progetto già esecutivo e finanziato, che rilascia acque pulite nell'ambiente rendendolo florido e ricco da sfruttare. Si è optato per collettare tutto a Santa Giustina. Ciò con il benestare dell'Autorità di Bacino. Questa è una cosa grave che moltiplicata per tutta la nostra provincia e per i decenni passati causa oggi danni di ingente entità. E necessario che le acque reflue della depurazione vengano considerate “Risorsa primaria da salvaguardare”. Che vi sia a riguardo diretta responsabilità dell’Autorità di Bacino e che renda conto del suo in-utilizzo. Oggi invece e solo cosa di cui sbarazzarsi a discapito di tutto e di tutti. Alle categorie degli agricoltori si dovrebbero negare i risarcimenti in questa situazione di spreco idrico. Dovrebbero invece pretendere investimenti finalizzati al riuso dell’acqua, di cui tutta la collettività avrebbe Benefico; gli agricoltori per l’abbondanza di acqua a costo zero, le attività economica turistiche per un miglioramento delle acque di balneazione, il nostro ambiente che potrebbe essere florido con fossi vivi e verdeggianti e fiumi pescosi. Otto milioni di danni in un solo anno sono molti e diventano molti più se consideriamo gli investimenti non fatti e che non si faranno in quanto destinati al risarcimento. Invece si continua nell'illegalità; si preleva violando la legge prosciugando i corsi d’acqua, si scarica in mare con danno all'ambiente. E’ necessario quanto prima rivedere le scelte del ciclo integrato delle acque nella nostra provincia che di integrato non ha nulla. E indispensabile oltre che vantaggioso avere una visione complessiva del territorio, delle necessità e delle risorse disponibili in modo da creare quelle opportunità e sinergie che oggi vengono negate e svilite. Con volontà e investimenti contenuti, usando risorse spesso già disponibili, sarebbe percorso agevole e a breve termine praticabile.
ivan innocenti