martedì 15 gennaio 2013

Segreti Servizi

I servizi segreti italiani hanno allarmato Monti e già che c'erano, anche il Migliore. Non c'è tempo da perdere, mentre i politici italiani si baloccano con le elezioni, il nemico a mandorla è pronto ad approfittarne, sta per infiltrarsi nella Regione più ricca del paese per cuccarsi una delle aziende più belle. Non parliamo della Fiera. La colpa o merito di chi è? Non pensate subito a Gnassi ed al suo meraviglioso viaggio da Andrea Polo, in questo caso non si tratta di uno scopiazzamento di Notti Rosa o Street Shangai, ma dello scippo di aziende vitali per la nostra economia. Sembra che il promotore di queste iniziative sia Prodi Romano, uno dei candidati al trono di George, in alternativa ad Amato, in una gara al ribasso istituzionale che solo la nomina della Bonino Emma potrebbe emendare. Il cicloamatore di lusso tra una performance e l'altra sulle colline si cimenta da sempre nel lucroso mestiere di mediatore dei grandi affari. Niente di illecito, tutti gli ex presidenti americani e russi lo fanno. Quelli italiani vanno ad Ischia. I servizi italiani si inquietano per la prossima apertura a Milano della sede della agenzia di rating cinese Dagong, arma letale di Pechino per la ricerca e valutazione di fattibilità degli investimenti in Italia. Nel settembre 2011 Prodi apparve infatti con il suo faccione sulla prima pagina del China Daily, che rivelò proprio il suo contratto di consulenza con la stessa agenzia di rating, di cui l'ex premier italiano era diventato punto di riferimento per la strategia di crescita internazionale. Grazie a Prodi la Dagong voleva lanciare l'attacco alle tre sorelle del rating, tutte americane: Moody's, Fitch e S&P. Il fondatore dell'Ulivo che oggi alcuni ex compagni vorrebbero anche candidare alla presidenza della Repubblica è uno dei leader occidentali più gradito al regime di Pechino, tanto da essere stato invitato a tenere corsi alla scuola del Partito comunista cinese, dopo la sua brillante esperienza come Capo dell'Unione. Secondo il rapporto le prime mire dei capitali cinesi sarebbero immobiliari, tanto che già qualcosa si starebbe muovendo intorno alle aree Falck Penati. Sarebbe questo il motivo dell'apertura di una filiale della Bank of China a Sesto San Giovanni. Qualcosa (?) hanno già portato a casa, come dimostra l'acquisizione avvenuta nel gennaio 2012 per 374 milioni di euro del 75% del gruppo Ferretti (yacht di lusso) da parte della Shandon Heavy Industry, L'allarme è serio, il pericolo Prodi per l'economia nazionale già sperimentato da milioni di italiani fra il 2006 e il 2008, l'unico biennio più orribile dell'anno di Monti. Siamo in allarme rosso, ci permettiamo di suggerire al consulente, un paio di opportunità riminesi, con pochi yen si possono aggiudicare Fiera e Palas. sembra che abbiano bisogno di centrali per produzione di energia elettrica e capannoni per polli a..mandorla.