martedì 15 gennaio 2013

Un' Altra Italia è Possibile

Pasqua è ancor lontana, eppure questi sono già giorni di “Passione” per la nostra seconda Repubblica: partita di slancio, vent’anni or sono, col suo carico di promesse (una nuova etica pubblica, un rinnovamento della classe politica, riforme strutturali…), è rimasta praticamente ferma ai nastri di partenza. Miracolosamente recitano ancora sul palco del teatrino politico italiano personaggi “evergreen”, quali Berlusconi, Fini, Casini, Bersani: se un paziente, caduto in coma nel ’94, si risvegliasse solo oggi, sarebbe assai difficile convincerlo che sono trascorsi invano diciotto anni! La seconda Repubblica ha offerto solo il peggio di sé. Eppure rimpiangere la prima, come in voga tra i nostalgici, è un’operazione “ai limiti dell’irragionevolezza”: come dimenticare che la prima Repubblica è miseramente crollata travolta da un’ondata di corruzione e monetine? E come nascondere che quel fardello -chiamato debito pubblico- che gli italiani si caricano sulle spalle è stato riempito dalla politica clientelare ed affarista di quei favolosi anni ‘80?! Nell’anno trascorso, il Capo dello Stato, affidando ad un tecnico il compito di traghettare l’Italia tra le onde burrascose della speculazione finanziaria, ha agito da “curatore fallimentare” della seconda Repubblica, non più fidandosi dei vari “Schettino” della politica nostrana. Ma dove dirigere, adesso, la nave Italia? Tornare indietro non è più possibile, così come proseguire sulla rotta tracciata dal bipolarismo malato di questi anni. Occorre guardare avanti e far rotta verso una terza Repubblica, completando finalmente quella traversata perigliosa iniziata nel ’94. In che modo? Seguendo tre direttrici: ◆ in primis, una riforma strutturale dell’assetto istituzionale del Paese (attuando un vero federalismo, abolendo le Province, riparando i guasti di un’affrettata riforma del Titolo V della Costituzione ed introducendo l’elezione diretta del Capo dello Stato); ◆ in secundis, un rinnovamento radicale della classe politica italiana (introducendo il limite di due mandati per ogni carica elettiva ed imponendo ai partiti per legge le primarie); ◆ in tertiis, il ripristino sostanziale di una “democrazia rappresentativa” (restituendo ai cittadini -ancora detentori della sovranità- la facoltà d’incidere sulle scelte della politica, abolendo il Porcellum, rivitalizzando l’istituto referendario con l’abolizione del quorum ed introducendo i referendum propositivi). Via maestra per conseguire un traguardo così ambizioso sarebbe l’elezione di una nuova Costituente. Sarà mai il nostro Paese pronto ad una simile “prova di maturità”? 
panta rei