giovedì 24 gennaio 2013

Fine della Fiera

In Italia ci sono 64 fiere, una con Palas allegato. Le prime 5 generano il 70% del fatturato del settore. Nella top 10 europea c’è solo Fiera Milano, mentre in Germania 7 delle 16 fiere del Paese sono in classifica. Lotte tra Comuni, eventi uguali, nessun coordinamento. La funzione dalle grandi esposizioni universali di fine ‘800 a oggi, è storicamente svolta dalle fiere. Qualcuno calcola che le fiere organizzate lungo la Penisola generino il 15% dell’export nazionale: un settore che oggi occupa 2000 addetti e genera un fatturato complessivo pari a un miliardo di euro. Numeri che, considerando l’indotto, salgono a 6 mila dipendenti e 3 miliardi di euro di ricavi. I grandi appuntamenti però, si contano sulle dita di una mano: Salone del Mobile, Cibus, Vinitaly e pochi altri, nessuno a Rimini. L'Italia si è piazzata al quarto posto nel mondo, dietro a Usa, Cina e Germania, per spazi affittati nel 2011, con 6,2 milioni di metri quadri (in calo del 5% rispetto al 2010). Milano e Bologna, rispettivamente al terzo e al 13mo posto al mondo, con una superficie che supera i 200mila metri quadri. Il 2012 non è stata una grande annata, a dispetto dei dati trionfali del Magnifico, una nuova riduzione delle superfici affittate (-5,4%), in linea con la perdita registrata nel 2011 (-6%)». La promozione del brand Italia nel mondo è azzoppata da mancanza di coordinamento, insensate guerre di campanile e incapacità di spingere gli interessi della categoria a Roma affinché i bei discorsi sul “fare sistema” si traducano in scelte concrete di politica industriale. Però Gnudi ha presentato come un Gnassi fuori tempo, il Piano Strategico del Turismo Bolognese. L'azionariato “tipo” è solitamente composto da Regione, Provincia, Comune e Maggioli. Ognuno guarda al suo ombelico, replicando eventi fotocopia a distanza ravvicinata quando il resto del mondo punta ad espandersi all’estero. Per non parlare della rivalità storica tra il Cibus di Parma e Tuttofood di Milano, conclusasi ­con un accordo, siglato nel 2009, per definire le rispettive specializzazioni. Con estrema fatica, a settembre 2011, è stato poi firmato un armistizio tra Rimini e Bologna, che prevede la creazione di una società unica di gestione per Rimini, Cesena e Forlì. E' nata una situazione farsesca degna del peggiore federalismo fieristico. In Italia ci sono 64 quartieri fieristici, ma i primi 5, Milano, Verona, Parma, Bologna, Vicenza producono più del 70% del fatturato e hanno un ruolo internazionale. Se tutti gli altri non esistessero, per la promozione dell’Italia cambierebbe poco.
P.S.
Secondo i dati ufficiali (?) Fiera di Cagnoni dal 2008 al 2011 ha ricavato un bel meno 28 milioni, recuperati con i pannelli solari.