giovedì 24 gennaio 2013

In Palio

Tutte le strade portano a Siena. Dopo le dimissioni di Giuseppe Mussari, donatore al pidi di 700 mila euro (fonte Rep), complice un pizzico di sfiga, la città del Palio Democrat sarà l'epicentro della campagna elettorale. Ancora non sono stati svelati tutti gli altarini "derivati", vogliono fare passare la bufala che nessuno sapeva. Nella ridente banca hanno confezionato quasi quattro miliardi di debito e le autorità di vigilanza interne ed esterne guardavano Mediolanum. Beppe Grillo ha fatto una rapida inversione di rotta del suo Tsunami Tour, registrerà il solito pienone nella Piazza dove correvano i cavalli orfani della biada Mps. Anche il Palio è in bilico oltre ad un carrozzone pieno di politici, sindacalisti, banchieri tutti rigorosamente d'area. A Pigi è scoppiata tra le palle elettorali un brutto bubbone, i sondaggi lo danno assieme a George in caduta libera. Speriamo che Sky onori l'abbonamento riprendendo lo show di Beppe all'assemblea dei poveri azionisti Monte dei Pacchi. Le perdite non ancora accertate dalla Banca, superano gli introiti di una rata Imu, ci sono dentro tutti, da mesi i siti specializzati lanciavano segnali d'allarme. raccontano che le operazioni erano state fatte all'insaputa degli organi di vigilanza. Andate a fanc... Dice Grillo: ''Il Pd non è più un partito politico". E' una banca, è dentro le multiutility. Se vai a vedere chi gestisce acqua e gas ci sono dentro quelli del Pd. Come fai ad avere una società quotata in Borsa dove i Comuni sono azionisti e allo stesso tempo clienti? C'è un conflitto di interessi. Se poi questa società perde in Borsa il 30% aumenta le bollette ai cittadini del 30%''. Una questione abbastanza nota anche da noi vero? Stavolta il Pd non finisce da solo sul banco degli imputati, è in buona compagnia di Mario Monti. Ingroia ed i suoi se la prendono con il premier uscente, che ha regalato 3,9 miliardi a Mps, nonostante la crisi e il debito. Insomma, per ora, la polemica non è ancora scoppiata intorno al Pd, ci prova Davide Serra, il broker sostenitore di Matteo Renzi alle primarie, finito nelle polemiche per i suoi interessi alle Cayman e ora trasmigrato con Monti. A Davos nell'annuale incontro dei poveretti del mondo, prova a pungere l’orgoglio piddino: il grande errore di Siena è stato pagare 10 miliardi di euro Antonveneta, che rende 100 milioni l'anno. Quindi ci vorranno 100 anni per recuperare l'investimento. Il segretario del Pd liquida la questione con "Nessuna responsabilità del Pd, per l'amor di Dio o di Bagnasco... il Pd fa il Pd e le banche fanno le banche. Sarà meglio cambi battutista. I soldi donati da Mussari al Pd? Tutto certificato, dicono dallo staff del segretario, notoriamente credibile. Per il momento a Bersani è arrivato solo un avvertimento della serie: nessuno in politica è esente dal rapporto con i finanziatori. Ci rimane solo Grillo.