mercoledì 4 settembre 2013

E' Andato Oltre

Ho letto, in preda al tardo masochismo, tutta la recensione del libro di Matteo Renzi, una tortura peggio dell'originale. La recensione del recensore è però piuttosto originale. L'autore, un collega della sofferenza, ha analizzato riga per riga la vita e le scarse opere di una persona che già da bambino guardava sei ore al giorno la televisione. Poteva venire su peggio. Oltre la rottamazione è il titolo che riproduce il risultato della esposizione prolungata agli Happy Days ed I Jefferson. A quattordici anni vinse i provini per andare a Doppio Slalom, ma il padre presagendo il peggio non lo mandò. Il libro, superato l'indice della pena di quelli veltroniani, è lungo 120 pagine, pubblicato naturalmente da Mondadori, chi lo legge viene rimborsato dei 15 euro. Renzi è un grande comunicatore. Parte con una doverosa dose di autocritica mai sufficiente per chi si vuole incamminare sui terreni del peccato democratico, alcune idee, molto generiche, quasi parrocchiali, non sono male. Renzi ammette i suoi errori, senza addossarsi quelli degli altri che frequenta, si pente di avere corso le primarie con regole truffaldine, di non avere saputo spiegare meglio quelle del finanziamento a salsicce. Il Parlamento neoeletto conferma l’inquilino uscente Giorgio Napolitano, il calcio è il gioco più unificante e divisivo nel nostro Paese, non ci rimane che scegliere cosa fare da grandi, sono alcune perle di saggezza infantile tratte dallo storico libretto. Per uno che alla sua età ha festeggiato più anzianità del Taglianastri, il coraggio fiorentino non è male. Lo accusano di essere un qualunquista e sorprendentemente ma non troppo per uscire dal clichè del moderato concede un giudizio negativo sulla Tav, perchè non la fa Della Valle. Il telefonino è il simbolo di un cambiamento ontologico della vita quotidiana. Un voluto incedere nel banalismo, una sottospecie meno irritante del veltronismo più bieco nel suo spargere l'ambiente di vane speranze. Nel personale festival delle banalità, con una percentuale accettabile di battute riuscite, Renzi dice sostanzialmente cose da scoperta dell’acqua calda. Ricorda molto l'incipit costante dei discorsi monocorde di Ravaioli, il mondo è difficile e complesso perchè possa spiegarvelo. Viviamo in una campagna elettorale permanente dove gli insulti sono all’ordine del giorno, i sindaci affrontano problemi concreti, quotidiani, ma ci mettono l’entusiasmo, la passione, la grinta, sui risultati ..si sorvola. Arriverà pure nel nostro Paese prima o poi, un giorno in cui si potrà parlare con serenità, e non animati da furore ideologico e distruttivo della sinistra ideologica e la destra rancorosa. Della Bindi non parla. Il suo cattolicesimo politico è alla Zerbini, mai filorosso, non si intravede una teologia della liberazione da Gnassi, ma solo una attesa forse premiata di una poltrona più autorevole rispetto a quella conquistata grazie ai..partiti. Mi sono stancato, le fruste sadomaso mi hanno costretto alla cessazione della lettura. Avendo esaurito il vocabolario dei pretendenti, si affidano al più presentabile, non ci vorrà molto anche a Matteo per fare la fine di Walter.